Uno studio italiano ha mostrato gli effetti negativi sulla salute cardiovascolare, senza differenze tra fumo da sigaretta tradizionale e da tabacco riscaldato

Il fumo passivo è dannoso per chi vi è esposto, che sia prodotto da sigarette tradizionali o da tabacco riscaldato, con le sigarette ‘heat-not-burn’ (HNBC). A parlarne uno studio italiano condotto da Sapienza Università di Roma, I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS) e Mediterranea Cardiocentro di Napoli su un gruppo di bambini e adolescenti di età compresa fra 2 e 18 anni.

Il campione era costituito da 78 bambini e adolescenti suddivisi in tre gruppi uguali da 26 soggetti in base alla loro esposizione al fumo: un gruppo era esposto al fumo passivo di sigarette ‘heat-not-burn’, un secondo gruppo al fumo passivo di sigarette tradizionali e un ultimo gruppo di controllo non esposto. La valutazione dei danni da esposizione è stata valutata considerando lo stress ossidativo, la funzione endoteliale e l’attivazione delle piastrine.

“Il dato più importante emerso dalla nostra ricerca è che non ci sono differenze significative tra fumo di sigaretta tradizionale e fumo da tabacco riscaldato”, raccontano Lorenzo Loffredo e Anna Maria Zicari, Sapienza Università di Roma, e Roberto Carnevale, Sapienza Università di Roma e I.R.C.C.S. Neuromed. “In entrambi i casi, i bambini e gli adolescenti esaminati presentavano, rispetto a quelli non esposti ad alcun tipo di fumo, un più elevato stress ossidativo, una maggiore attivazione piastrinica ed una alterazione della funzione endoteliale e quindi un maggior rischio cardiovascolare”.

“Questi risultati mostrano che anche le sigarette di nuova generazione, universalmente considerate meno dannose rispetto alle sigarette tradizionali, possono configurarsi come un potenziale pericolo per la salute di chi è a fianco dei fumatori, soprattutto i più giovani. L’obiettivo finale deve quindi rimanere quello della incentivazione alla cessazione della pratica tabagica in tutte le sue forme ed i suoi surrogati compresa una tolleranza zero verso il fumo passivo, di qualsivoglia tipologia”, concludono gli autori dello studio.