Due studi dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù hanno indagato la struttura cerebrale e la composizione del microbiota in soggetti con emicrania
Scoperte differenze significative nella struttura cerebrale e nella composizione del microbiota di bambini/e e adolescenti con emicrania rispetto a soggetti sani: ‘impronte’ dell’emicrania nel loro cervello e intestino. A parlarne due studi realizzati dai ricercatori dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.
Emicrania e aree cerebrali
Il Centro per lo studio e la cura delle cefalee in età evolutiva del Bambino Gesù segue ogni anno 1.500 nuovi casi di bambini emicranici, con circa 3.000 prestazioni tra visite ambulatoriali e day hospital. Il primo studio, finanziata dal Ministero della Salute e dell’International Headache Society, è stato condotto da clinici e ricercatori delle unità di Neurologia dello sviluppo, Neuro-imaging funzionale e Fisica sanitaria e ha coinvolto 100 bambini e adolescenti con emicrania e un gruppo altrettanto numeroso di coetanei senza emicrania. Utilizzando la risonanza magnetica e la tecnica di analisi ‘morphometric similarity’ sono state rilevate modalità di connessione diverse tra aree cerebrali (in particolare in quelle coinvolte nelle funzioni esecutive e nell’elaborazione degli stimoli del dolore) e sempre in queste aree una riduzione dello spessore della corteccia cerebrale. Inoltre, i ricercatori hanno rilevato differenze nella connessione cerebrale tra maschi e femmine.
“I risultati dello studio ci dicono che l’emicrania modifica la struttura del cervello in maniera progressiva fin dall’infanzia. L’evidenza delle impronte che la malattia lascia sulla struttura e sulla connessione fra aree cerebrali indica la necessità di intercettare, e quindi curare, i pazienti emicranici fin da piccoli”, afferma Massimiliano Valeriani, responsabile di Neurologia dello sviluppo del Bambino Gesù. “Inoltre, le differenze fra maschi e femmine emerse dalla nostra ricerca suggeriscono l’adozione di piani terapeutici che tengano conto anche del genere, prospettiva che non è mai stata presa in considerazione neanche per gli adulti”.
Emicrania e microbiota
La seconda ricerca ha invece portato l’attenzione sul microbiota, ed è stato realizzato dal team delle unità di Neurologia dello sviluppo e di Microbiomica e finanziato dal Ministero della Salute. In questo caso sono stati coinvolti 98 soggetti con emicrania tra i 6 e i 17 anni, messi a confronto con un gruppo di controllo altrettanto numeroso di coetanei. Confrontando campioni di feci, urine e sangue sono state trovate differenze significative nelle componenti e nelle funzioni del microbiota intestinale. In particolare viene riportato che nei soggetti con emicrania il profilo del microbiota influenza alcuni processi metabolici (come la produzione di serotonina e triptofano) implicati nell’insorgenza del mal di testa. Le alterazioni riscontrate sembrano inoltre concorrere alla disbiosi intestinale e all’aumento della permeabilità dell’intestino, alimentando le manifestazioni della malattia.
“Le implicazioni terapeutiche del nostro studio sono significative: per i pazienti resistenti alle comuni terapie antiemicraniche potrebbero essere considerati il trapianto fecale e terapie dietetiche a base di probiotici e prebiotici”, dice Laura Papetti, neuro-pediatra del Bambino Gesù coordinatrice della ricerca. “Ulteriori ricerche potranno chiarire la relazione tra le alterazioni dei processi metabolici dei bambini con emicrania e la risposta ai farmaci aprendo la strada a cure sempre più mirate e personalizzate”.