La Neuropsichiatria Infantile dell’Irccs Materno Infantile “Burlo Garofalo” di Trieste segnala una crescita del numero dei casi negli ultimi quattro anni

Aumentano le prime visite e quelle di controllo che si concludono con una diagnosi finale di emicrania. La segnalazione arriva dalla Neuropsichiatria Infantile dell’Irccs Materno Infantile “Burlo Garofolo” di Trieste che riporta i dati raccolti negli ultimi quattro anni.

Viene segnalato come la prevalenza di emicrania, con la sintomatologia a essa associata (fotofobia, fonofobia, nausea, vomito) aumenti durante l’infanzia e soprattutto l’adolescenza, rappresentando una delle cause principali di invalidità. “Nello specifico, prima della pubertà, bambini e bambine sono colpiti allo stesso modo, mentre durante la pubertà, l’emicrania diventa più frequente nelle ragazze che nei ragazzi”, illustra Maria Elisa Morelli della Neuropsichiatria Infantile del Burlo Garofolo. “L’emicrania cronica, ovvero l’emicrania che si presenta almeno 15 giorni al mese per almeno 3 mesi, colpisce quasi l’1% dei bambini dai 5 ai 12 anni e circa l’1-2% degli adolescenti dai 12 ai 17 anni. L’emicrania cronica è associata a un maggior numero di assenze e a una riduzione delle prestazioni a scuola. È stato peraltro osservato che i bambini provenienti da contesti socio-economicamente svantaggiati sono a maggior rischio di sviluppare un’emicrania cronica”.

“Per diagnosticare l’emicrania è necessaria un’accurata valutazione neurologica. Il bambino o l’adolescente con emicrania deve avere un esame obiettivo neurologico normale per la sua età”, prosegue Maria Elisa Morelli, e aggiunge in merito agli esami strumentali: “I pazienti che soffrono da almeno tre mesi di tipiche cefalee ricorrenti e hanno un esame obiettivo neurologico normale, di solito non necessitano di esami di neuroimaging come la risonanza magnetica. Tale esame, invece, deve essere eseguito se vi sono sintomi di ipertensione endocranica (come diplopia, atassia o peggioramento della cefalea in posizione supina) e/o anomalie all’esame obiettivo neurologico. L’elettroencefalogramma non è indicato nella valutazione di routine della cefalea, ma viene eseguito solo se si sospettano crisi epilettiche”.

I responsabili della Neuropsichiatria Infantile del Burlo Garofolo indicano come il trattamento dell’emicrania preveda la terapia dell’attacco acuto e quella di profilassi, e spiegano: “Educare il paziente, le famiglie, la scuola e tutti gli operatori coinvolti è un aspetto importante nella cura dell’emicrania. La compilazione del diario delle cefalee (che il Burlo ha predisposto) aiuta a identificare in ogni singolo paziente il tipo di cefalea, le caratteristiche degli attacchi e la risposta al trattamento. In ogni caso quando si sviluppa un attacco di emicrania, si consiglia di far riposare o dormire il paziente in una stanza buia e silenziosa. L’uso precoce di un farmaco adeguato (a seconda dell’età del paziente e dell’intensità dell’emicrania) durante l’attacco di emicrania è, poi, un principio importante del trattamento acuto. Infine, tutti i bambini e gli adolescenti con emicrania dovrebbero essere educati a adottare uno stile di vita utile a controllare l’emicrania, che includa le seguenti misure: buona igiene del sonno, esercizio fisico regolare, pasti a orari regolari, adeguata assunzione di liquidi e gestione dei possibili fattori scatenanti”.