Durante il congresso della SIGENP è stata presentata una revisione italiana degli studi sulla relazione tra i disturbi del comportamento dei bambini e il loro microbiota intestinale

Un’associazione frequente tra microbiota intestinale e disordini del neurosviluppo in età pediatrica. A dimostrarlo una ricerca, concluso lo scorso aprile e presentata al congresso della Società Italiana di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Pediatrica (SIGENP), che ha preso in considerazione 631 pubblicazioni e 22 studi scientifici originali.

La revisione ha considerato gli studi condotti in tutto il mondo sulla relazione tra i disturbi del comportamento dei bambini e il loro microbiota intestinale e, nei disturbi da deficit di attenzione, iperattività, stati d’ansia, ha riportato disbiosi, con una riduzione di alcuni ceppi di microorganismi, in particolare Faecalibacterium e Prevotella, e un aumento di Bacteroides.

“Fino a pochi anni fa le scienze biomediche consideravano il microbiota un insieme di microrganismi con solo funzioni difensive intestinali senza attribuire loro altri effetti specifici; ora, grazie allo sviluppo della tecnologia, sappiamo che questo complesso sistema svolge un ruolo imprescindibile per molti aspetti e sono stati chiamati in causa anche per alcuni disturbi dell’umore e del comportamento”, ha affermato Silvia Salvatore, Professore Associato di Pediatria dell’Università dell’Insubria di Varese.

Rispetto al meccanismo in base al quale il microbiota influenzerebbe comportamenti come deficit di attenzione, iperattività, stati d’ansia nei bambini, ha proseguito Silvia Salvatore: “Sappiamo ora che alcune sostanze, come molecole infiammatorie e neurotrasmettitori, come la serotonina e la dopamina, per esempio, possono essere sintetizzate e modulate da microorganismi che fanno parte del microbiota intestinale e che c’è una comunicazione continua e bidirezionale tra il cervello e l’intestino, che infatti, per la ricchezza di cellule e fibre nervose, viene chiamato anche secondo cervello”.

La revisione ha fatto emergere la frequente presenza di alterazioni del microbiota intestinale in bambini con disturbi del neurosviluppo e dell’umore, ma al momento i risultati sono molto eterogenei e non ancora conclusivi rispetto a metodi di valutazione del microbiota intestinale, gruppo di bambini considerati e interventi effettuati (di tipo nutrizionale e di utilizzo di probiotici). “Questa osservazione serve per chiarire che l’alterazione del microbiota può avere un ruolo nell’obesità, nelle malattie infiammatorie croniche, nella celiachia ma anche nelle forme di ansia, depressione fino a una possibile coinvolgimento nei disturbi del neurosviluppo”, ha indicato Claudio Romano, presidente di SIGENP.

Il mantenimento di un equilibrio a questo livello può dunque essere importante anche per la psiche e per la vita di relazione, e la SIGENP sottolinea come i bambini con autismo abbiano spesso problemi di alimentazione e presentino diete molto selettive che determinano l’alterazione del loro ecosistema intestinale. Per mantenerlo in salute, interviene ancora, concludendo, Silvia Salvatore: “I primi nemici del microbiota sono gli antibiotici: vanno assunti con cautela, solo quando prescritti e secondo le indicazioni del medico curante. Quotidianamente influenziamo in nostro microbiota attraverso la dieta. Limitare cibi industriali, prodotti confezionati, carboidrati raffinati, zuccheri semplici e seguire una dieta salutare, come quella mediterranea, sono fondamentali per il benessere psicofisico, già dalle prime epoche di vita”.