Avviato un progetto nelle scuole del Friuli Venezia Giulia, per migliorare le competenze di lettura e scrittura e per effettuare diagnosi precoci di disturbi specifici dell’apprendimento nei bambini

Un progetto per l’insegnamento della lettura e scrittura che porti anche a una diminuzione degli accessi impropri al Servizio Sanitario Nazionale di bambini che non hanno disturbi specifici dell’apprendimento ma difficoltà scolastiche. L’iniziativa coinvolgerà le scuole primarie del Friuli Venezia Giulia negli anni scolastici 2025-2026 e 2026-2027, con l’applicazione del programma Alfabeto messo a punto per l’insegnamento della lettura e scrittura in classe prima e seconda primaria da Luciana Ventriglia e da Antonio Calvani.

L’Irccs Materno Infantile Burlo Garofolo riporta che circa il 30-40% delle visite effettuate ogni anno nella struttura per un sospetto di disturbi specifici dell’apprendimento porta invece a evidenziare difficoltà scolastiche, difficoltà che potrebbero essere superate con un metodo adeguato di insegnamento della lettoscrittura. Le strutture complesse di Epidemiologia Clinica e Ricerca sui Servizi Sanitari e Neuropsichiatria infantile dell’Istituto triestino, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale del Friuli Venezia Giulia e con l’Assessorato al Lavoro, Formazione, Ricerca, Università e Famiglia, hanno così avviato il progetto “Miglioramento delle competenze di lettoscrittura, individuazione e diagnosi precoce di disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) usando un programma fonico sillabico strutturato nella prima e seconda classe della scuola primaria: un trial randomizzato e controllato (Alfabeto)”, che avrà il supporto di Nicole Mastrangelo, borsista presso l’Irccs Burlo Garofolo, di Francesca Zanon per l’Università degli Studi di Udine e di Elena Bortolotti per l’Università degli Studi di Trieste.

Racconta Isabella Lonciari, dirigente psicologo della struttura complessa di Neuropsichiatria infantile del Burlo: “Il metodo, basato su un approccio fono-sillabico sistematico e strutturato, ha una rilevanza a livello scientifico e neurobiologico; studi precedenti hanno, infatti, evidenziato che le metodologie fonologiche sistematiche aiutano i bambini a imparare a leggere meglio rispetto a tutti gli altri metodi e, per questo motivo, dovrebbero essere utilizzate nelle scuole”.

“In Italia è il primo studio randomizzato e controllato di così larga scala. Dal progetto ci attendiamo un miglioramento delle competenze di lettoscrittura per tutti i bambini che seguiranno il programma Alfabeto. Ciò potrà portare a una maggior efficienza del Servizio Sanitario Nazionale”, dice Manuela Giangreco della struttura complessa di Ricerca Epidemiologia Clinica e Ricerca sui Servizi Sanitari dell’Irccs triestino, e conclude: “Siamo quindi convinti che, una volta a regime, il sistema di screening che stiamo mettendo a punto porterà notevoli benefici per tutta la comunità”.

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