Nutrire la biodiversità

Ci sarà cibo di qualità e per tutti? Avremo diversità nell’alimentazione? Sono alcune delle domande al centro del progetto i colori raccontano storie® per Nutrire la Biodiversità. Una iniziativa artistica promossa dall’Università di Pavia, finanziata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) con fondi NextGenerationEU nell’ambito del National Biodiversity Future Center (NBFC).

Protagonisti del progetto, il prossimo 18 novembre, oltre 80 bambini della Scuola Primaria di via Bergognone a Milano che, artisti per un giorno, intrepreteranno la biodiversità attraverso pennelli, colori e la loro creatività.

Ideatrice del concept e curatrice del progetto, Cristina Ciusa, esperta di comunicazione etica e biodiversità presso il Laboratorio di Dietetica e Nutrizione Clinica dell’Università di Pavia, supportata da Hellas Cena, professoressa e Direttrice del Laboratorio pavese, nonché referente istituzionale di Ateneo per il progetto NBFC e coordinatrice scientifica dell’area Biodiversità e salute dell’uomo in ambiente urbano. Nutrire la Biodiversità proseguirà nel 2026 con eventi in gallerie d’arte e poli museali, ampliando il dialogo tra ricerca, arte e società.

L’arte, un linguaggio universale per trasmettere “valori” collettivi

Nutrire la Biodiversità è un modello innovativo di educazione alimentare legato al contesto urbano, che parte dalla scuola primaria per sviluppare competenze di food literacy nelle giovani generazioni. La Scuola Primaria di via Bergognone diventa luogo del primo spazio urbano di sperimentazione “site-specifici”, con l’ambizione di diventare un modello replicabile in tutta Italia per rispondere alle domande urgenti del futuro sulle risorse alimentari, dunque sensibilizzare al valore del cibo, al rispetto della biodiversità che si “alimenta” con scelte nutrizionali sane. Un concept in cui l’arte si fa linguaggio universale, anche a servizio della scienza.

Nel cortile della scuola, un edificio storico, oggi esempio di rigenerazione urbana, i piccoli partecipanti lavoreranno su una tela di 8 metri disposta fra gli alberi, di fronte e in relazione a un’opera di Cristina Ciusa, Tracce, a significare che non ci sono soglie tra l’arte e l’esperienza site-specific: il cortile si trasforma in un bosco senza confini, con panche di legno e case degli insetti che integrano lo spazio naturale con l’esperienza creativa.

Bambini, ambasciatori artistici per un giorno

Al centro del progetto c’è un’idea potente: far comprendere ai piccoli, fin dai loro primi anni di vita, come le scelte alimentari quotidiane possano tutelare la salute individuale e il benessere del pianeta. Una occasione creativa per responsabilizzare i bambini e trasformarli in messaggeri, con la loro trasparenza e genuinità, di forti valori in famiglia e in comunità.

Il metodo di Nutrire la Biodiversità è rivoluzionario per la sua semplicità: i bambini lavorano con i colori primari, costruendo da sé tutte le altre tonalità, in un processo che si rispecchia a pieno nel concetto di biodiversità. Questa esperienza “site-specific” rappresenta una condivisione con la città per il bene collettivo: «La nutrizione può e deve sostenere nuovi stili di vita urbani, più consapevoli e rispettosi dell’interdipendenza tra la salute umana e quella ambientale – aggiunge la Professoressa Cena – Formare nuove generazioni consapevoli del legame tra cibo, salute e ambiente è il primo passo per costruire comunità urbane più resilienti e attente al valore della biodiversità la quale inizia dal piatto e diventa cultura. Con progetti come questo vogliamo far crescere nei bambini la consapevolezza che la salute delle persone e quella del pianeta sono inseparabili».

Destinatari del progetto

L’iniziativa si rivolge a classi multietniche, riflettendo la realtà delle città e valorizzando la ricchezza delle diverse tradizioni alimentari. «Nutrire la Biodiversità – conclude Cristina Ciusa – interpreta l’impatto dell’etica in uno scenario di cambiamento».

Partner tecnico del progetto: Pellegrini Brera Bottega d’Arte Milano

 

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