La Fondazione GIMBE riporta una carenza di oltre 500 pediatri di famiglia, senza certezze sul ricambio generazionale

Una carenza di almeno 502 pediatri di famiglia, con le mancanze maggiori in Lombardia, Piemonte e Veneto; alcune aree con il massimale di mille assistiti per pediatra superato e una previsione di 2.598 pediatri che andranno in pensione entro il 2028. A parlarne è la Fondazione GIMBE, che ha approfondite le cause e le dimensioni della situazione.

“Le segnalazioni sulla difficoltà di accesso al pediatra di libera scelta arrivano oggi da tutte le Regioni, evidenziando criticità ricorrenti: complessità burocratiche, carenza di risposte da parte delle Aziende Sanitarie Locali (ASL), pediatri con un numero elevato di assistiti e impossibilità, per molte famiglie, di iscrivere i propri figli a un PLS”, ha detto il Presidente della Fondazione GIMBE, Nino Cartabellotta. “Una situazione che genera disagi rilevanti e richiede interventi organizzativi urgenti, per garantire la continuità dell’assistenza pediatrica, soprattutto ai più piccoli e ai più fragili».

La Fondazione ha analizzato dinamiche e criticità che regolano l’inserimento dei pediatri di libera scelta (PLS) nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN), stimando l’entità delle carenze di PLS nelle Regioni italiane. “È importante chiarire due aspetti fondamentali della nostra analisi: innanzitutto, le stime sulle carenze dei PLS sono state effettuate su base regionale, mentre i fabbisogni reali vengono determinati dalle ASL in relazione agli ambiti territoriali carenti; in secondo luogo, non è possibile stimare il ricambio generazionale, perché non è noto quanti nuovi specialisti in pediatria scelgano la carriera di PLS anziché quella ospedaliera”, ha spiegato Nino Cartabellotta.

La Fondazione GIMBE fornisce il quadro della situazione appunto di dinamiche e criticità nei diversi aspetti. Vengono riportati i numeri e i dati relativi alle fasce di età coperte dai PLS e nel passaggio ai medici di medicina generale (MMG), agli aspetti demografici con il progressivo calo delle nascite, al massimale degli assistiti, agli ambiti territoriali carenti, ai pensionamenti e ai nuovi PLS.

A seguire, la Fondazione riporta una stima delle carenze di pediatri, con i numeri in calo guardando l’andamento 2019-2023, riduzione ha detto Nino Cartabellotta “solo in parte compensata dal calo demografico”, e il numero degli assistiti per PLS, guardando anche alle differenze regionali, su cui ha sottolineato il Presidente della Fondazione GIMBE: “Con un simile livello di saturazione il principio della libera scelta viene spesso ostacolato: in molte aree del Paese diventa difficile, se non impossibile, trovare un pediatra disponibile, sia nelle zone interne o periferiche, sia nei grandi centri urbani. In altre parole, la situazione reale è spesso più critica di quanto lascino intendere i numeri”.

Le carenze al 2024

“Tutte le criticità fin qui evidenziate permettono soltanto di stimare il fabbisogno di PLS a livello regionale, poiché l’individuazione delle zone carenti da parte delle ASL dipende da molteplici variabili locali”, ha spiegato Nino Cartabellotta. La Fondazione GIMBE dunque ha fatto una stima delle carenze adottando il rapporto ottimale di un PLS ogni 850 assistiti e utilizzando le rilevazioni della Struttura Interregionale Sanitari Convenzionati (SISAC) al 1° gennaio 2024: una carenza complessiva di 502 PLS, con forti squilibri regionali che vedono il 75,7% delle carenze concentrato in tre regioni al Nord (Lombardia, Piemonte e Veneto), mentre in 9 Regioni (Basilicata, Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia e Umbria) non si rileva alcuna carenza, poiché la media di assistiti per PLS è inferiore a 850. Ma, ha precisato Nino Cartabellotta: “In realtà è necessario considerare due aspetti fondamentali. Anzitutto, l’ultimo Accordo Collettivo Nazionale (ACN) ha innalzato il rapporto ottimale da 600 a 850, ‘assorbendo’ di fatto una quota consistente delle carenze registrate al 1° gennaio 2023. In secondo luogo, una stima su base regionale non intercetta le carenze localizzate, che si manifestano in territori a bassa densità abitativa, zone disagiate, aree montane”.

“Nonostante il calo delle nascite alcune grandi Regioni del Nord, come Lombardia, Piemonte e Veneto, registrano carenze rilevanti di PLS in termini assoluti. Al di là dei numeri, però, la distribuzione capillare sul territorio resta fortemente influenzata da variabili locali non sempre prevedibili”, ha detto ancora Nino Cartabellotta, e concluso: “Per un’adeguata programmazione del fabbisogno è indispensabile che ogni Regione disponga di stime accurate sul numero di pediatri che intraprendono effettivamente la carriera di PLS, integrate con le proiezioni ISTAT sulla denatalità. Ma non basta: servono modelli organizzativi orientati al lavoro in team e una piena attuazione della riforma dell’assistenza territoriale prevista dal PNRR (Case di comunità, Ospedali di Comunità, assistenza domiciliare, telemedicina), accompagnata da accordi sindacali coerenti con gli obiettivi di ricambio generazionale e distribuzione capillare dei PLS, come indicato negli stessi atti di indirizzo. Perché guardando ai pensionamenti attesi, nonostante il calo delle nascite, non è affatto scontato che le nuove generazioni di PLS siano sufficienti a garantire il ricambio, né tantomeno a colmare le carenze attuali, che rischiano di aggravarsi ulteriormente, in particolare nelle aree più periferiche”.

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