È la prima causa di accesso al Pronto soccorso per i piccoli sotto i 14 anni, ma nel 37 per cento dei bambini che arrivano nelle sale dell’emergenza il dolore non viene valutato e in un caso su cinque non viene registrato nella cartella clinica e in quasi un bambino su due non viene applicato nessun protocollo per trattarlo. Eppure il dolore può essere trattato e deve essere preso in considerazione, superando le difficoltà rappresentate dalla giovane età e dall’impossibilità a esprimersi con chiarezza. I dati sono emersi da un’indagine effettuata dal 2010 al 2013 dal gruppo di studio Piper-Pain in Pediatric Emergency Room su 19 Pronto soccorso in Italia. Sono indirizzate proprio a migliorare il trattamento del dolore nei bambini le raccomandazioni presentate dal gruppo Piper al IV Multidisciplinar Pain Meeting a Minorca, perché non venga trascurato ma subito preso in considerazione e con una valutazione adeguata, anche quando è necessario eseguire procedure quali iniezioni o suture. L’obiettivo, spiegato dalla responsabile del Centro regionale veneto di terapia antalgica e cure palliative pediatriche (Dipartimento di pediatria dell’Università di Padova), e coordinatrice del gruppo Piper Franca Benini, è di ridurre al minimo indispensabile il periodo di sofferenza del piccolo paziente, che al momento in media aspetta 50 minuti prima di vedere il medico in Pronto Soccorso, per esempio delegando la somministrazione di prodotti sicuri e tollerati dal bambino agli infermieri.