Appello della FIMP per i bambini profughi

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LS008575In apertura del Congresso nazionale, la Federazione italiana medici pediatri (FIMP) legge un “Appello per il diritto alla vita per i bambini profughi da guerra, calamità, carestia” indirizzato alle istituzioni. Vengono riportate le diverse posizioni e azioni della FIMP nel corso degli anni a favore dei bambini migranti regolari e irregolari, dal riconoscimento del diritto di asilo per i figli di immigrati irregolari al diritto alla registrazione dei neonati irregolari, dalla non segnalazione dei pazienti irregolari, all’interesse del minore nei casi di identificazione dei non accompagnati, a un’accoglienza rispettosa dell’infanzia e così via. E sul versante scientifico studi per contrastare l’idea del migrante portatore di malattie e ampliamento del sapere pediatrico su altre malattie e carenze. “In anni di ricerche, studio, corsi di formazione, appelli congiunti con altre società scientifiche, ONG, istituzioni, siamo arrivati al riconoscimento per il minore migrante irregolare del diritto alla migliore salute possibile con la possibilità di iscrizione al pediatra di famiglia, garanzia di equità nell’accesso alle cure e alle strategie preventive per tutti i bambini di ogni etnia e di ogni status”, riporta l’Appello, e ancora: “L’incalzante diaspora di popolazioni dai focolai di guerra e le tragedie cui assistiamo impotenti ci vedono impegnati oggi da pediatri a rivendicare il diritto alla vita dei bambini profughi e a condannare la discriminazione serpeggiante nei confronti di quanti fra loro fuggono da calamità o carestie, o da altri focolai di violenza e persecuzione etnica. Se il diritto alla vita non è tutelato ogni altro diritto è annullato”. La FIMP ribadisce quindi il ruolo dei pediatri nei confronti dei bambini e “convoca tutte le società scientifiche e le istituzioni italiane ed europee a condividere un appello per la tutela del diritto alla vita di ogni bambino”: si appella perché tutti coloro che hanno potere e responsabilità attuino azioni concrete perché non ci siano altre perdite di minori, dichiara la propria disponibilità ai diversi interventi possibili e chiede un piano di accoglienza con percorso e procedura definita per garantire il follow up socio-sanitario a ogni bambino.