Un bimbo di 11 mesi che aveva accidentalmente inalato un pezzetto di plastica dura è stato salvato all’ospedale Santa Maria Nuova grazie all’intervento di una squadra interdisciplinare guidata dal dottor Angelo Ghidini, direttore della struttura di Otorinolaringoiatria e composta dagli anestesisti pediatrici Elisa Iannella e Vincenzo Preveggenti e dall’equipe infermieristica coordinata da Andrea Erba.
È accaduto venerdì 16 novembre. Circa 15 giorni prima il piccolo paziente era stato ricoverato in Pediatria dopo un accesso al Pronto Soccorso per un episodio di improvvisa dispnea notturna (difficoltà a respirare). L’insorgenza del disturbo in orario notturno e i sintomi avevano fatto pensare a una comune laringite edematosa ipoglottica su base virale. Non c’era alcun evidente segnale che potesse fare pensare all’ingestione di un corpo estraneo. Il bimbo durante il ricovero era stato trattato con antibiotici e cortisonici che avevano avuto effetto positivo, validando in tal modo il sospetto clinico iniziale. L’area di infiammazione edematosa, localizzata appena al di sotto delle corde vocali, grazie ai farmaci somministrati era andata progressivamente in risoluzione. Pertanto, dopo avere eseguito ambulatorialmente, senza cioè addormentare il piccolo, alcuni esami fibrolaringoscopici di controllo per monitorare l’obiettività clinica, il bambino era stato dimesso. Le indagini strumentali infatti avevano dato esito compatibile con una laringite molto frequente in questo periodo di primi freddi nei pazienti di quell’età.
Qualche giorno dopo però il bimbo è stato ricoverato di nuovo per una seconda crisi di dispnea notturna. A questo punto i medici hanno deciso di programmare una laringo tracheoscopia in sedazione in sala operatoria; tale procedura di tipo endoscopico risulta essere particolarmente complessa e delicata sia perché effettuata in anestesia generale, a laringe libera (senza cioè intubare il paziente), sia per l’età del piccolo paziente. Durante l’indagine i professionisti hanno rilevato la presenza di un corpo estraneo consistente in un pezzetto di plastica dura di circa 2 centimetri e con bordi appuntiti localizzato e incastrato, nonché nascosto nel contesto dell’edema situato al di sotto del piano glottico (piano dove si trovano le corde vocali). Si è pertanto proceduto alla rimozione immediata dello stesso. L’ostruzione delle via aeree era di circa l’80% e quindi, se non fosse stato tolto, il corpo estraneo avrebbe potuto soffocare il bimbo.
«Si è trattato di una procedura complessa – spiega il dottor Ghidini – che è possibile eseguire soltanto grazie alla collaborazione di un team composto da chirurghi endoscopisti esperti in gestione delle vie aeree, anestesisti e infermieri specializzati. La gestione dei pazienti di pochi mesi è completamente diversa da quella degli adulti e richiede un addestramento e una competenza clinica che è possibile acquisire solo grazie a una preparazione specifica in tal senso. All’ospedale Santa Maria Nuova si è costituito di recente un Laringo-tracheal team che si occupa di patologie delle prime vie aeree in età neonatale-pediatrica sia di tipo malformativo sia di tipo post traumatico (per esempio post-intubazione prolungata o da corpo estraneo). Il caso in questione si presenta come emblematico in quanto la storia clinica, la sintomatologia e la apparente risoluzione del quadro clinico erano del tutto fuorvianti e potevano quindi essere sottovalutate con i possibili rischi che è facile immaginare. Grazie tuttavia alla sintonia organizzativa del team multidisciplinare tutto si è risolto per il meglio».