In occasione della giornata dedicata all’autismo la Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza sottolinea i punti da perseguire
Diritti delle persone con disturbo dello spettro autistico da tutelare, ancor più in un periodo come quello attuale segnato dal SARS-CoV-2, in cui la situazione di chi già aveva difficoltà si è complicata. “I minori affetti da disturbi dello spettro autistico hanno diritto a essere trattati come gli altri. Tutto ciò oggi, purtroppo, avviene fino a un certo punto, specie durante la pandemia”, ha dichiarato Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, in occasione della Giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo. “Sono almeno quattro le iniziative che le istituzioni potrebbero mettere in campo. Va creata una banca dati nazionale, anonima, dei minori con disabilità. Vanno formati insegnanti e famiglie ed elaborate linee guida per la segnalazione e la presa in carico. L’accesso ai servizi, inoltre, deve avvenire in condizioni di parità. Infine è fondamentale l’inclusione, che già di per sé è una terapia. I bambini con autismo, infatti, devono quanto meno poter continuare a frequentare la scuola in presenza insieme a un gruppo di compagni a sviluppo tipico”.
Istituita nel 2007 dall’Assemblea Generale dell’ONU, la Giornata mondiale di consapevolezza sull’autismo, WAAD – World Autism Awareness Day (il 2 aprile) è un giorno che vuole sottolineare i diritti delle persone con disturbi dello spettro autistico e delle loro famiglie. In Italia le stime riportate dall’Osservatorio nazionale (progetto finanziato nel 2016 dalla Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute e coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute) parlano di 1 bambino su 77 fra i 7 e i 9 anni di età, con una prevalenza maggiore nei maschi (4,4 volte più colpiti delle femmine). La rete dei servizi educativi della prima infanzia, dei pediatri di famiglia, delle neonatologie e terapie intensive neonatali e delle Unità Operative di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’adolescenza è stata potenziata, per il riconoscimento e la diagnosi precoce, e le Regioni sono al lavoro per la definizione di percorsi.
“L’assenza di dati in tempo reale non consente a pediatri e servizi territoriali di avere una fotografia aggiornata del fenomeno così da programmare politiche adeguate. Nell’intercettare i casi di bambini con disturbi dello spettro autistico è poi fondamentale per insegnanti e genitori saper cogliere celermente i segnali nei primi 24 mesi di vita, perché prima si interviene e maggiore è la capacità di recupero. Per questo è importante formare sull’autismo i docenti e le famiglie affinché sappiano cogliere i campanelli di allarme”, ha detto ancora Carla Garlatti, e concluso: “Chi ha possibilità economiche si rivolge ai privati, gli altri sono costretti ad attendere, con situazioni per di più diverse da regione e regione. L’accesso ai servizi deve essere dato in condizioni di parità”.