Uno studio nel periodo di chiusura a casa per la pandemia mostra l’aumentato consumo di patatine, carne rossa e bevande zuccherate e la riduzione dell’attività motoria

Aumentato consumo di patatine, carne rossa e bevande zuccherate da un lato e riduzione delle attività sportive e motorie dall’altro in ragazzi con obesità. Il dato arriva da uno studio osservazionale longitudinale pubblicato sulla rivista Obesity. A research journal.

Un gruppo di ricercatori italiani e statunitensi ha confrontato gli stili di vita di 41 bambini e adolescenti con obesità, di Verona, nel 2019 e durante il periodo di chiusura per COVID-19 nella primavera del 2020. L’obiettivo era valutare l’influenza negativa di un allontanamento dalle attività scolastiche, quale si è verificato durante il lockdown, sugli stili di vita dei ragazzi con obesità.

I ricercatori hanno raccolto informazioni sulla dieta, l’attività fisica e il sonno. Non sono state rilevate differenze nel consumo di verdura, mentre risulta aumentato quello di frutta durante il lockdown (p = 0,055), ed è aumentato significativamente quello di patatine, carne rossa e bevande zuccherate ( p da 0,005 a < 0,001). Sul versante attività invece, il tempo dedicato era significativamente ridotto (p = 0,003), mentre era aumentato quello dedicato al sonno (p = 0,003) e passato davanti a uno schermo (p < 0,001).

“La pandemia ha attuato un processo di trasformazione nelle vite di genitori e figli: la famiglia ha dovuto sostenere i bambini e i ragazzi durante i periodi di chiusura delle scuole”, afferma Leo Venturelli, responsabile della comunicazione della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS). “La mensa scolastica garantiva un apporto nutrizionale e bilanciato a tutti i bambini, indipendentemente dal reddito e dalla situazione economica e familiare. Con la didattica a distanza è ripreso il pranzo a casa”, aggiunge sul tema alimentazione, e conclude: “Le famiglie più fragili hanno dovuto far fronte alla situazione, con il rischio di somministrare pasti molto lavorati e a potere calorico elevato, ma spesso sbilanciati sotto il profilo dei costituenti: l’effetto è stato l’aumento del sovrappeso nei bambini”.