Sars-CoV-2 non ha bloccato l’importante pratica del contatto pelle a pelle tra mamma o papà e neonato, proseguita pur con le precauzioni necessarie

Una pratica consigliata anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e i cui effetti positivi sono stati dimostrati da numerosi studi. Una pratica la cui importanza per il corretto sviluppo dei neonati prematuri viene ribadita da Società Italiana di Neonatologia (SIN) e Vivere Onlus Coordinamento delle Associazioni dei Genitori in occasione della Giornata Mondiale della Kangaroo Mother Care (KMC), che cade domani, 15 maggio.

La KMC viene considerata un intervento terapeutico per il neonato pretermine e per i suoi genitori, che rivertono il ruolo di caregiver primari e parte integrante delle cure.

Durante la pandemia da coronavirus, SIN e Vivere Onlus hanno supportato le Terapie Intensive Neonatali e i genitori, al fine di mantenere l’apertura continua e non rinunciare al contatto pelle a pelle tra mamma o papà e bambino. Il tutto indicando regole da seguire quali, per esempio, l’ingresso di un solo genitore alla volta, l’utilizzo di mascherine, la corretta igiene delle mani, il triage con controllo della temperatura e check-list sulle condizioni di salute di genitori e anche l’esecuzione del tampone naso-faringeo durante le fasi di maggiore intensità dell’epidemia.

Secondo i dati raccolti dalla SIN da 90 centri di Terapia Intensiva e subintensiva Neonatale, attraverso i gruppi di Studio della Care e della Qualità delle Cure, con un’indagine svolta a febbraio-marzo 2021, durante la pandemia la KMC è stata sospesa solo nell’1,1% dei centri, nella maggior parte di questi (67,8%) è stata praticata o incoraggiata, mentre in circa uno su tre (31%) è stata ridotta di durata o frequenza.

Nella giornata di domani dedicata alla KMC è previsto il convegno Covid-19 e Prematurità, che ha l’obiettivo proprio di valutare l’impatto della pandemia e di raccontare l’esperienza della SIN e di Vivere all’interno dei reparti di Terapia Intensiva Neonatale.