Uno studio realizzato dall’IRCCS materno infantile Burlo Garofolo mostra un impatto minore di ansia, depressione e paura nei casi con Sintomi da Disturbo Somatico rispetto ai coetanei
L’impatto del lockdown è stato diverso nei ragazzi con Sintomi da Disturbo Somatico a confronto con i loro coetanei adolescenti: rispetto a questi ultimi hanno sperimentato in misura minore ansia, paura e depressione. Il dato emerge da uno studio dell’IRCCS materno infantile Burlo Garofolo pubblicato sulla rivista Acta Pediatrica.
“Il Disturbo Somatico è caratterizzato perlopiù da dolori in diverse sedi (mal di testa, dolori addominali, dolori muscolari), associati a preoccupazione sostanziale e impatto sulla qualità della vita. Si tratta di ragazzi che spesso sperimentano isolamento sociale, perdita consistente di giorni di scuola e ricerca ripetuta di valutazioni mediche per cercare di identificare il disturbo che li interessa”, racconta Egidio Barbi, Direttore della Clinica Pediatrica. “Visto il grande impatto che questo disturbo comporta sulla vita degli adolescenti tutti gli operatori sanitari dovrebbero sentirsi responsabili di una diagnosi tempestiva per evitare circoli viziosi che aumentano la confusione e la difficoltà per questi ragazzi”.
I sintomi di questo disturbo, che possono essere considerati espressione di disagio e da interpretare come richiesta di attenzione, coprono circa il 15-25% dei casi di salute mentale degli adolescenti nell’ambito delle cure primarie pediatriche e circa l’8,6% del dolore non traumatico dell’adolescente nei dipartimenti di emergenza, riporta l’articolo.
Lo studio è stato realizzato dalla Clinica Pediatrica insieme ai reparti di Emergenza Pediatrica e Neuropsichiatria Infantile. Condotto in tempo reale per via telematica e sviluppato grazie a Laura De Nardi e Andrea Trombetta (pediatri in formazione), ha previsto la somministrazione di questionari a 54 ragazzi con una diagnosi già formalizzata di Sintomi da Disturbo Somatico e a un gruppo di controllo composto da 60 ragazzi con accesso al Pronto Soccorso per patologie acute (come traumi, appendiciti, infezioni).
“I risultati sono stati solo apparentemente sorprendenti”, commenta Egidio Barbi, e spiega: “Mentre i ragazzi del gruppo di controllo pativano un significativo disagio, come confermato da moltissimi dati della letteratura internazionale con aumento di ansia, depressione e disturbi della condotta alimentare, i ragazzi con Disturbo Somatico hanno potuto, a causa del lockdown, vivere in un ambiente con ridottissima pressione sociale, in un modo che, altrimenti, sarebbe stato difficile da riprodurre. Gli adolescenti hanno vissuto una situazione di maggiore tranquillità e protezione data dalla minore pressione scolastica e sociale, maggiore presenza dei genitori e probabile riduzione del bullismo”.
Un aspetto diverso del lockdown, che non ne diminuisce gli effetti pesanti sui ragazzi ma offre spunti sui Sintomi da Disturbo Somatico, come sottolinea Egidio Barbi: “Questo lavoro non toglie nulla alla gravità dell’impatto che la pandemia ha avuto sui nostri ragazzi in termini di perdita di opportunità di socializzazione, educazione e di incremento di disturbi d’ansia e depressione, ma ci permette di confermare la rilevanza dei fattori stressogeni esterni per i ragazzi che soffrono di Sintomi da Disturbo Somatico”, conclude.