I bambini piccoli con forme lievi di COVID-19 presentano una risposta anticorpale maggiore e più duratura rispetto agli adulti

Nei casi di infezione da SARS-COV-2 asintomatici o lievemente sintomatici, i bambini di età da 0 a 3 anni presentano titoli anticorpali neutralizzati nei confronti di SARS-COV-2 superiori e di durata maggiore rispetto agli adulti. A riportarlo uno studio osservazionale dell’Università degli Studi di Padova e dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, in collaborazione con l’Azienda Ospedaliera di Padova, la Fondazione Penta ONLUS e l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.

Secondo la ricerca, pubblicato sulla rivista Paediatrics, i bambini di età tra 0 e 3 anni sono in grado di sviluppare titoli anticorpali neutralizzati 7-8 volte superiori a quelli negli adulti, e fino a 7-8 mesi dall’infezione. Per lo studio sono state coinvolte 57 famiglie colpite dall’infezione da SARS-COV-2 nel corso della prima ondata della pandemia. Le famiglie erano seguite dall’Azienda Ospedaliera-Università di Padova e la quantificazione degli anticorpi è stata realizzata con un test sperimentale messo a punto dai virologi dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie; infine, l’analisi dei dati è stata curata dai ricercatori dell’area di Immunologia Clinica e Vaccinologia del Bambino Gesù, guidati da Paolo Palma.

“Sapere che i bambini sviluppano anticorpi capaci di neutralizzare il virus per molti mesi è un’evidenza di assoluto rilievo, visto che l’utilizzo del vaccino è per ora limitato alle persone con più di 12 anni. L’applicazione della vaccinazione in ambito pediatrico dipenderà dalla piena comprensione dei meccanismi alla base della risposta immunitaria nei più piccoli e da una corretta comunicazione dei dati scientifici alle autorità competenti e alla collettività”, ha affermato Carlo Giaquinto, Professore di Pediatria all’Università degli Studi di Padova, Presidente della Fondazione Penta Onlus e coordinatore dello studio. “Bisogna tuttavia ricordare che, sebbene la risposta anticorpale dei bambini sia più potente e duratura di quanto immaginavamo, da sola non è sufficiente a garantirne la piena protezione. Per questo è importante proseguire i nostri studi volgendo lo sguardo al ruolo dell’immunità cellulo-mediata”.

Aggiunge Francesco Bonfante, virologo dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie e coautore dell’articolo: “Nella seconda metà del 2021 è atteso il pronunciamento dell’EMA (Agenzia Europea per i Medicinali) in merito alla sicurezza ed efficacia degli attuali vaccini in soggetti di giovanissima (2-5 anni) e giovane età (6-11 anni). I nostri dati risulteranno di fondamentale importanza per definire modalità e tempistiche di vaccinazione in popolazioni pediatriche precedentemente esposte al virus. Inoltre, l’attuale Certificato COVID digitale dell’UE avrà una validità di 6 mesi per tutti i soggetti non vaccinati e guariti da COVID-19, indipendentemente dall’età. La nostra ricerca pone le basi per una valutazione dell’estensione della validità del Certificato per le popolazioni pediatriche inferiori ai 6 anni di età”.