Durante la pandemia si sono ridotte le visite di controllo e i casi di scoliosi sono aumentati nel periodo successivo. L’importanza delle gestione della patologie ortopediche

Una condizione subdola che, complice la pandemia da SARS-CoV-2, è stata sottodiagnosticata per la mancanza di controlli. La segnalazione arriva da Michele Fiore, pediatra di famiglia, segretario regionale della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) e nel board della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS). “In pandemia si è verificata una diminuzione delle diagnosi perché, anche dopo il lockdown, i genitori avevano paura di portare i bambini a fare le visite di controllo e nei mesi successivi ho visto un aumento di scoliosi, che tra le patologie ortopediche è la più subdola”, ammonisce.

Il tema delle patologie ortopediche in età pediatrica fa parte degli argomenti affrontati dalle Guide pratiche della SIPPS rivolte al pediatra, sia di famiglia, sia ospedaliero sia del consultorio, e la Guida di Ortopedia pediatrica, dello scorso anno, è stata presentata al Congresso nazionale delle SIPPS NAPULE È. La Guida nasce dalla collaborazione con gli specialisti di Ortopedia. “Nel documento si afferma, quindi, la necessità di un approccio unitario, si rafforza la gestione condivisa e coordinata dei vari problemi, con l’obiettivo di intercettare le patologie ortopediche in tempo utile per migliorare la prognosi, aumentare quindi le possibilità di guarigione o ridurre al massimo gli esiti”, spiega Michele Fiore.

“in ogni età ci sono problemi peculiari e spesso sono solo condizioni para-fisiologiche, come il ginocchio valgo o il piede apparentemente piatto: bisogna avere pazienza e si metteranno a posto da sole. Fino ai 5 anni veniamo consultati per tutti questi casi e dico sempre ai genitori di portare a studio la scarpina più consumata per valutare postura ed eventuali problemi del bambino”, illustra il pediatra. “Poi c’è l’andatura incerta appena iniziano a camminare, ma è normale; altrettanto lo è il piede piatto che fino a 5 anni non va trattato, perché viene risolto con la crescita”. Altre condizioni sono il varismo o il valgismo. “Tutte queste situazioni possono essere seguite dal genitore con la guida del pediatra, tanto che consiglio ai genitori di fare delle foto per monitorare”, prosegue Michele Fiore, ricordando poi la zoppia per infiammazione non infettiva dell’anca, con risoluzione in tre-quattro giorni. “Quando invece arriviamo all’adolescenza c’è la scoliosi a cui stare attenti. È una patologia subdola e non comporta dolore per il bambino”, sottolinea il dr. Fiore.

Per quanto riguarda infine il tema della displasia congenita delle anche, è importante la diagnosi precoce, con l’esame ecografico da effettuare in una età specifica:“Qualche anno fa si faceva entro il terzo mese di vita, oggi invece le Società Italiana di Ortopedia Pediatrica e anche quella di Pediatria hanno prodotto un documento in cui si definisce il tempo migliore tra la quarta e la sesta settimana di vita. E questo consente di guarire meglio e prima”, racconta Michele Fiore, e conclude: “Non in tutte le Regioni questo esame è prescrivibile, ma il pediatra individua i casi sospetti e a rischio al fine di una diagnosi precoce. Non vengono sottoposti all’ecografia solo i bambini nati da parti podalici o che risultano positivi alla manovra di Ortolani, ma tutti coloro in cui può esservi un sospetto di displasia. Questa tecnica diagnostica consente di intercettare il problema prima che diventi un caso clinico”.