Un’indagine della SIP rileva l’incremento degli accessi di minori in pronto soccorso per disturbi psichiatrici nel periodo segnato da SARS-CoV-2

Importante aumento degli accessi di minori in pronto soccorso per motivi neuropsichiatrici fra marzo 2020 e marzo 2021. I dati provengono da un’indagine condotta dalla Società Italiana di Pediatria (SIP) in 9 regioni italiane, Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Umbria, pubblicata sul Magazine della SIP “Pediatria”.

In particolare, nel periodo considerato, a fronte di quasi la metà degli accessi di minori in Pronto Soccorso, nell’area neuropsichiatrica i numeri hanno registrato un aumento dell’84% rispetto all’anno precedente (marzo 2019-marzo 2020). “Questi dati ci raccontano che esiste un’altra pandemia, inaspettata, subdola che negli ultimi mesi sta colpendo i nostri ragazzi. Di questa pandemia non abbiamo un bollettino giornaliero, ma i numeri che la Società Italiana di Pediatria ha raccolto ed esaminato parlano chiaro. Non ci troviamo cioè solo a fronteggiare la classica malattia Sars Cov-2 correlata, con febbre, tosse e insufficienza respiratoria”, ha affermato Elena Bozzola, segretario SIP. “Subdolamente si è diffusa tra giovani e giovanissimi una patologia della mente, che per comodità di classificazione si può genericamente definire patologia neuropsichiatrica. Restrizioni, incertezza, lockdown hanno contribuito negli ultimi mesi a un incremento di ansia, depressione, ideazione suicidaria, disturbi della condotta alimentare. E la richiesta di aiuto ai nostri Pronto Soccorso si fa sempre più insistente”.

Guardando più in dettaglio le tipologie di disturbo, gli accessi per “ideazione suicidaria” sono aumentati del 147%, quelli per depressione del 115% e quelli per disturbi della condotta alimentare del 78,4%. Emilia-Romagna (+110%), Lazio (+107,1%) e Lombardia (+100%) sono le tre regioni con l’aumento maggiore di accessi per condizioni neuropsichiatriche. Rispetto all’ideazione suicidiaria, ha spiegato Pietro Ferrara, responsabile del Gruppo di Studio sui diritti dei bambini della SIP: “Il suicidio si può prevenire, ma è importante per gli adulti riuscire a intercettare alcuni segnali, come i cambiamenti drastici della personalità, non sottovalutarli e trovare la modalità giusta per parlarne. Parlare può essere la prima forma di aiuto, senza minimizzare, criticare o reagire in modo eccessivo, ma ascoltando e cercando di riconoscere i sentimenti di chi sta attraversando un momento di difficoltà”.

Considerando, inoltre, i ricoveri con posti letto occupati al massimo della loro capienza per settimane, l’aumento è stato quasi del 40% e anche in questo caso le motivazioni principali erano l’ideazione suicidaria (+134%), la depressione (+41,4%) e i disturbi della condotta alimentare (+31,4%).

“Da anni si osserva un trend in aumento di disturbi neuropsichiatrici in età evolutiva, stimato dalla SINPIA (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza) tra il 5 e il 10% all’anno, a cui oggi si sommano le conseguenze della pandemia. Le risposta territoriale a questi bisogni è estremamente carente, anche in termini di posti letto dedicati e di strutture diurne, e con una rilevante disomogeneità nei percorsi tra le varie regioni italiane”, afferma, Annamaria Staiano, presidente SIP, e conclude. “È prioritario investire in servizi e programmi di salute mentale a livello nazionale, perché senza salute mentale per i nostri giovani non c’è futuro”.