Il neo presidente SIN Campania sottolinea le differenze regionali nella mortalità e chiede azioni che portino al cambiamento e inversione di rotta
La mortalità neonatale nelle regioni del Sud Italia è molto più alta rispetto a quelle del Centro Nord. A richiamare l’attenzione su tale situazione, da cambiare, è Giovanni Chello, direttore dell’Unità operativa complessa (Uoc) di Neonatologia e Terapia intensiva neonatale del Monaldi, neo presidente della Società Italiana di Neonatologia (SIN) della Campania. “L’obiettivo più importante del mio mandato sarà quello di cercare di colmare il gap, la differenza che c’è, tra le regioni del Centro Nord e quelle del Sud per l’assistenza pediatrica. Si pensi alla mortalità neonatale. L’Italia non sta dietro ad altri Paesi europei come Francia e Germania, ma all’interno del territorio italiano ci sono differenze importanti e la mortalità neonatale al Sud è molto più alta”, ha detto Giovanni Chello all’agenzia Dire.
Se un bambino nasce nelle aree del Sud, il suo rischio di morire nel primo anno di vita è più alto del 50% a confronto di chi nasce nel Centro Nord, una differenza su cui interviene Giovanni Chello: “Questi dati, che sono oggettivamente fastidiosi per tutti, ci mettono di fronte alla necessità di pretendere un cambiamento, un’inversione di rotta. Ma questo non può essere solo un nostro compito. È compito dei medici, ma anche dei decisori politici. La politica ci deve sostenere in questo lavoro, non si devono creare le condizioni che determinano le differenze tra i diversi territori italiani. Il mio obiettivo, quindi, sarà prendere contatto con i decisori politici regionali e avere un interlocutore affidabile. Facciamoci tutti un esame di coscienza: ci vuole più conoscenza, ci vuole un sostegno sui corsi di aggiornamento che devono diventare obbligatori, ci deve essere un controllo”.
Il neopresidente SIN Campania richiama l’attenzione anche sull’importanza e sul ruolo della formazione e aggiornamento: “Tutti i medici devono essere preparati dopo l’iter concorsuale e questo vale sia per il pubblico che per il privato visto che in Campania c’è un altissimo numero di punti nascita privati. Anche i giovani medici devono avere la preparazione e la cultura necessarie per affrontare le problematiche di cui soffre il nostro territorio. Avanzerò formalmente la proposta relativa ai corsi, nella speranza di trovare interlocutori capaci di ascoltare”, afferma ancora Giovanni Chello, e aggiunge, concludendo: “Il decisore politico deve agire per aumentare il numero dei medici e degli infermieri che lavorano. In alcuni reparti ci sono carenze ataviche e questa è una situazione che riguarda la maggior parte delle strutture della Campania”.
Fonte «Agenzia DIRE»