Studiato il comportamento delle cellule nella Leucemia linfoblastica acuta di tipo T con l’analisi della risposta ai farmaci attraverso la citometria di massa

Analizzare, e decifrare, il comportamento delle cellule in risposta ai farmaci per capire il comportamento delle cellule tumorali e sviluppare nuove terapie personalizzate. I risultati di uno studio che ha utilizzato con questo obiettivo la citometria di massa nella Leucemia linfoblastica acuta a cellule T (T-ALL) hanno trovato spazio sulle pagine della rivista Haematologica.

Lo studio è stato realizzato dalla Fondazione Tettamanti, presso il Centro Maria Letizia Verga a Monza, in collaborazione con la Charles University di Praga (Repubblica Ceca) e l’Università di Padova (grazie al supporto di Fondazione Alessandro Maria Zancan ONLUS “Grande Ale ONLUS”, Fondazione M. Tettamanti De Marchi, AIRC e Ministero della Salute della Repubblica Ceca). I ricercatori hanno studiato il comportamento delle cellule di T-ALL in risposta ai farmaci attraverso la citometria di massa, che rappresenta un’evoluzione tecnologica della citometria a flusso. La citometria di massa a livello della singola cellula permette l’analisi di 50 parametri biologici, funzionali strutturali, in ogni cellula del campione, e in questo modo supera la difficoltà rappresentata dall’eterogeneità della malattia: grazie al raggruppamento delle cellule in sottogruppi omogenei (per esempio per mutazione genetica), possono essere identificate popolazioni cellulari minoritarie, il cui significato rimarrebbe altrimenti nascosto nella moltitudine del tumore intero.

Personalizzare l’approccio terapeutico

“Per la realizzazione di questo studio, infatti, abbiamo utilizzato la citometria di massa, una tecnologia avanzata che permette di indagare numerosi parametri cellulari a livello di singola cellula, interpretandone il ‘linguaggio’ in risposta a diversi stimoli”, spiega Giuseppe Gaipa, ricercatore della Fondazione Tettamanti e responsabile del Laboratorio di terapia cellulare e genica Stefano Verri. “Questo approccio avanzato ha permesso di identificare cluster di cellule distinti, e con diversa reattività, che, anche se in proporzioni diverse rispetto alla diagnosi, persistono alla ricaduta di malattia dimostrando l’importanza dell’individuazione precoce delle popolazioni minoritarie che potrebbero avere impatto sulla risposta clinica”.

Il lavoro dei ricercatori sulla T-ALL ha mostrato che le cellule di questo tumore attivano circuiti diversi, ovvero ‘linguaggi’ diversi, in risposta a stimoli fisiologici o farmaci somministrati in laboratorio, un comportamento differenziato ed esclusivo che appare inalterato nella recidiva. “I risultati di questo studio confermano la necessità di puntare sull’innovazione tecnologica per personalizzare quanto più possibile ogni approccio terapeutico”, sottolinea ancora Giuseppe Gaipa. “Ciò potrà consentire l’individuazione di bersagli molecolari specifici per nuovi farmaci e l’uso sempre più intelligente dei farmaci tradizionali”.