I benefici dell’attività sportiva nei pazienti pediatrici con un solo rene: un’analisi pubblicata su Nature Reviews Urology

Parere favorevole allo sport nei bambini con un solo rene: è importante farsi aiutare a scegliere quello più adatto, anche tra quelli di squadra. A parlarne un’analisi pubblicata sulla rivista Nature Reviews Urology.

A parlarne Filippo Spreafico coordinatore del Gruppo di Lavoro sui tumori del rene dell’AIEOP (Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica) nell’articolo “Recommending exercise for children with a single kidney”, dove viene affrontato il tema dei benefici della pratica dell’attività sportiva nei pazienti pediatrici con un solo rene, dalla nascita o a causa di una patologia oncologica, ancora in trattamento o guariti. Il lavoro cerca anche di chiarire i rischi possibili degli ‘sport da contatto’, su cui negli anni vi sono stati pareri contrastanti da parte della comunità scientifica mondiale.

“È oggetto di dibattito se sia sicuro o meno per le persone con un solo rene impegnarsi in sport agonistici di squadra ad alto impatto come il football americano e il rugby, ma le evidenze esistenti suggeriscono che la probabilità di subire lesioni renali durante la pratica di questi sport è tuttavia bassa, inferiore a quella di sviluppare, ad esempio, lesioni alla testa”, afferma Filippo Spreafico. “Nella popolazione pediatrica il tasso riportato di lesioni ai reni imputabili al football americano è pari allo 0,1–0,7% di tutte le lesioni collegate a questo sport e allo 0,07–0,5% di tutti gli infortuni connessi allo sport in generale. Inoltre, questi traumi sono spesso di lieve entità e non richiedono alcun intervento chirurgico né causano disfunzioni permanenti”.

La classificazione degli sport in base al vigore dei contatti è equivoca e comporta incertezza. Dai dati sull’incidenza di traumi ciclismo, slittino, sci alpino, snowboard, equitazione e uso di veicoli fuoristrada o bici da cross sono attività sportive associate a un aumento dei tassi di danno ai reni, ma nello stesso tempo l’American Academy of Pediatrics classifica ciclismo, pattinaggio, sci, equitazione e snowboard come sport da ‘contatto limitato’, mentre sono considerati sport da ‘contatto o collisione’ il basket e il calcio.

“Sulla base dei dati disponibili, riteniamo che i benefici derivanti dal coinvolgimento in esercizio fisico e sport, anche agonistico e di squadra, per i bambini guariti dal tumore di Wilms potrebbero superare di gran lunga i rischi minimi correlati di subire un danno al rene rimasto”, dice ancora Filippo Spreafico. “Collisioni tra veicoli a motore comportano il più alto rischio di lesioni ai reni durante l’infanzia, eppure nessuno ha suggerito di precludere l’ottenimento della patente di guida ai giovani adulti sopravvissuti a un tumore di Wilms e con un solo rene”.

Le persone con un solo rene o con malattia renale tendono a essere inattive, con un calo nell’esercizio fisico e nello sport al momento della diagnosi di cancro, senza una ripresa completa delle attività dopo la terapia. Con cautele, soprattutto per sport con un rischio reale di trauma renale, ogni paziente può essere guidato nella scelta dello sport che più lo appaga, anche di squadra: “Purtroppo non esistono sistemi di protezione per la regione lombare collaudati e certificati che aiutino a prevenire del tutto i traumi, ma come oncologi pediatri ci stiamo adoperando insieme a degli esperti per approfondire anche questo aspetto”, conclude Filippo Spreafico.