Il calo delle nascite, il ruolo delle società scientifiche, a contatto con i figli di oggi, gli adolescenti e le giovani coppie, nel supporto della genitorialità

In Italia sono nati meno di 400.000 bambini lo scorso anno, una natalità in calo dell’1,3% dal confronto con il 2020, anche se alla fine dell’anno vi erano segnali di ripresa. Di calo delle nascite si è parlato alla seconda edizione degli Stati Generali della Natalità, il cui motto era “Si può fare”. In particolare, ginecologi e ostetriche, neonatologi e pediatri hanno partecipato alla tavola rotonda “Si può fare: salute”, uniti nella convinzione che insieme si può e si deve invertire l’attuale trend negativo delle nascite, in un dibattito cui hanno preso parte Luigi Orfeo, presidente della Società Italiana di Neonatologia (SIN), Annamaria Staiano, presidente e Alberto Villani, past president della Società Italiana di Pediatria (SIP), Nicola Colacurci, presidente della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), Martina Bruscagnin, presidente di Vivere onlus e Maria Grazia Fanchi, direttore del Master di Comunicazione Sanitaria e dell’Almed dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

“La genitorialità è un fatto insito nella personalità di ogni individuo. Tuttavia, diventare genitori rappresenta un momento di passaggio, delicato e difficile, verso l’età adulta: da figli accuditi, ci si ritrova a essere genitori e quindi a dover accudire qualcun altro. Per affrontare il problema della denatalità, una chiave di lettura è proprio quella della ‘paura’, di uscire dal nido e lanciarsi in una nuova esperienza, che porta con sé la responsabilità di una nuova vita. Di certo la colpa non è dei ragazzi, sempre più sfiduciati, in particolare da un lavoro che arriva tardi e da politiche sociali che fino ad ora hanno faticato a tutelare la famiglia”, ha detto Luigi Orfeo, riflettendo sulla situazione e sul ruolo che possono avere i neonatologi, che rappresentano un osservatorio privilegiato: “siamo sempre in contatto con le coppie, giovani e meno giovani, e riceviamo tantissimi messaggi di difficoltà e stanchezza.

Grazie anche al nostro lavoro negli anni, tanti passi avanti sono stati fatti per garantire qualità nell’assistenza a genitori e figli ed è questo che bisogna trasmettere alle nuove generazioni, attraverso un’attività di formazione (nelle scuole, nelle università…) e di informazione a 360°. È vero che in Italia si nasce poco, ma si nasce in modo sicuro, i nostri punti nascita sono tra i migliori al mondo e la mortalità neonatale è tra le più basse in assoluto. Noi continueremo a impegnarci affinché in Italia si nasca sempre più in sicurezza, grazie anche a politiche giovanili adeguate e strutturate”.

Sottolinea l’importanza del lavoro che possono svolgere istituzioni e società scientifiche Annamaria Staiano: “Il crollo delle nascite in Italia sembra ormai inarrestabile ed è quindi doveroso, da parte delle Istituzioni e delle Società Scientifiche, soprattutto quelle impegnate nella cura e tutela delle madri e dei bambini, mettere in atto delle politiche a supporto della maternità e della genitorialità in generale.

Proprio pochi giorni fa è stato pubblicato un rapporto di Save The Children che mostra come in Italia circa 6 milioni di mamme si comportino da ‘equilibriste’ tra il lavoro e i carichi familiari. Le donne ormai scelgono la maternità sempre più tardi, con una età media al parto di 32,4 anni e fanno sempre meno figli (1,25 il numero medio di figli per donna). Senza dimenticare che le donne devono, spesso, rinunciare a lavorare a causa degli impegni familiari oppure, al contrario, per poter lavorare sono costrette a rinunciare all’allattamento”.

“Per affrontare il problema sociale della denatalità è necessario che vi sia una presa in carico da parte di tutte le istituzioni, al fine di approntare strategie atte ad affrontarla, altrimenti si ripercuoterà con gravissime conseguenze negli anni futuri”, concorda Nicola Colacurci, e conclude: “La SIGO, che ha come mission non solo la cura della salute della donna, del nascituro, ma anche della coppia, garantita dalla professionalità di tutti gli Ostetrici e Ginecologi Italiani, ha posto il tema dell’aumento delle nascite al centro della propria azione e ritiene che la prima cosa da fare sia implementare il dialogo con le donne, con i giovani e con le coppie su questa specifica problematica, al fine di sensibilizzarle e di informarle sugli stili di vita e sulla età a più alto successo riproduttivo”.