L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù segnala una crescita esponenziale dei casi tra i giovanissimi, soprattutto nei due anni della pandemia

Quasi un caso al giorno in media, un aumento da 369 casi del 2018-2019 ai 649 del 2020-2021, una crescita esponenziale degli accessi negli ultimi 10 anni per ideazione suicidaria o tentato suicidio, soprattutto nei due anni della pandemia (75% di aumento rispetto ai due anni precedenti). A riportare i numeri è l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Centro di riferimento regionale per le emergenze psichiatriche, che in collaborazione con le ASL del territorio ha attivato un servizio per l’assistenza e la prevenzione del suicidio in età evolutiva, integrato da una linea telefonica sempre attiva per le consulenze psicologiche urgenti.

Le consulenze neuropsichiatriche al pronto soccorso del Dipartimento di Emergenza, Accettazione e Pediatria Generale del Bambino Gesù sono aumentate di 11 volte negli ultimi 10 anni (da 155 a 1.824) e quelle in urgenza per ideazione suicidaria, tentativo di suicidio e comportamenti autolesivi in soggetti tra i 9 e i 17 anni sono aumentate da 12 a 449, quasi 40 volte tanto. Se nel biennio precedente la pandemia da COVID-19 gli accessi al pronto soccorso per ideazione suicidaria, tentativo di suicidio e autolesionismo erano stati 464, nei due anni successivi (2020-2021) sono aumentati di più del 60% (arrivando a 752), una percentuale che arriva oltre il 75% se si considera solo l’ideazione o il tentativo di suicidio. In questi due anni di pandemia i casi di ideazione suicidaria sono stati 477 (+88% rispetto al biennio 2018-2019), i tentativi 172 (+50%) e i comportamenti autolesivi 103 (+8%). L’età media nei tentativi di suicidio era di 15 anni circa (9 anni il più giovane) e in più di 8 casi su 10 si trattava di bambine o ragazze. Infine, sempre prendendo in considerazione gli effetti del periodo segnato dalla pandemia, i ricoveri in Neuropsichiatria nel 2021 sono stati 492, a fronte dei 338 nel 2019 (+45%), e quelli per autolesionismo rappresentavano oltre il 60% (contro il precedente 30%).

“La depressione e i disturbi d’ansia tra i giovanissimi sono in aumento esponenziale da anni. La pandemia ha solo accentuato il fenomeno. L’emergenza che investe i nostri ragazzi si combatte destinando maggiori risorse agli strumenti di prevenzione e di promozione della salute mentale. A cominciare dalla scuola, intesa come luogo che coltiva relazioni positive, alle strutture sul territorio perché siano in grado di intercettare il disagio e siano di supporto alle famiglie”, afferma Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Bambino Gesù. “Il suggerimento per i genitori è di offrire tempo ai propri figli, di porre attenzione ai segnali di malessere e, se ci sono cambiamenti nel comportamento, chiedere aiuto senza timore. Le malattie mentali, se affrontate nei tempi giusti, hanno un’alta probabilità di guarigione”.