Pediatri e infettivologi al IV Congresso WAidid segnalano il rischio di casi di bronchiolite e polmonite nei bambini

Dopo le restrizioni, le mascherine e i distanziamenti per la pandemia, con il ritorno a scuola e a una vita caratterizzata da una maggiore ‘normalità’, aumenta il rischio di malattie infettive quali le bronchioliti e polmoniti da Virus Respiratorio Sinciziale (RSV) nei bambini: un virus che potrebbe avere una nuova diffusione, soprattutto per l’aumento di bambini che non hanno acquisito l’infezione nelle scorse stagioni. A parlarne i pediatri e gli infettivologi riuniti per il IV Congresso WAidid – World Association for Infectious Diseases and Immunological Disorders.

“Non c’è dubbio che le restrizioni a cui sono stati sottoposti bambini e piccoli studenti abbiano avuto un impatto efficace anche contro altri agenti patogeni come l’RSV, del quale abbiamo riscontrato un calo complessivo dei casi negli ultimi due anni”, ha detto Susanna Esposito, professore Ordinario di Pediatria all‘Università di Parma, Direttore della Clinica Pediatrica all’Ospedale Pietro Barilla dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria di Parma e presidente WAidid. “Ecco perché, con la ripresa della normalità di cui siamo tutti contenti, siamo esposti ad un rischio concreto di nuove epidemie che potrebbero mettere a rischio la salute dei più piccoli”.

Viene riportato da WAidid come il virus respiratorio sinciziale, che è tra le cause principali di malattie respiratorie nei più piccoli, sia responsabile di 33 milioni di casi nel mondo, 3,2 milioni di ricoveri e 118.000 decessi. L’incidenza e la gravità dell’infezione da parte di questo virus varia in base all’età e le conseguenze più gravi sono soprattutto nei piccoli con meno di un anno. Nei casi gravi può essere effettuata una terapia di supporto (ossigeno supplementare, liquidi per via endovenosa e ventilazione meccanica) e la profilassi disponibile con un anticorpo monoclonale è solo per bambini nati prima delle 29 settimane di gestazione o con comorbilità specifiche (4-6% dei bimbi da 1 a 3 anni).

“I potenziali approcci preventivi per neonati e bambini piccoli attualmente in fase di studio includono la vaccinazione delle donne in gravidanza, che può avere però un’efficacia limitata al brevissimo periodo e alla stagionalità, l’utilizzo di anticorpi monoclonali nel neonato e lo sviluppo di un vaccino da impiegare nei primi mesi di vita, che però è reso estremamente complicato dalla possibilità di indurre una risposta immunitaria protettiva”, ha raccontato ancora Susanna Esposito che, in riferimento al periodo in arrivo e ai rischi ventilati, ha aggiunto: “È fondamentale recuperare il terreno perso, ripristinare un’adeguata sorveglianza dell’RSV per evitare gravi conseguenze. Le attuali opzioni di profilassi sono, oltre che costose, limitate a categorie a rischio e richiedono la somministrazione di dosi multiple durante il periodo di circolazione dell’RSV che, nel nostro emisfero, inizia in ottobre e termina a fine aprile. Fortunatamente in futuro le strategie includeranno l’impiego di nuovi anticorpi monoclonali in stato avanzato di sperimentazione, i cui risultati si annunciano incoraggianti, sia in termini di efficacia sia di sicurezza e di rapporto di costo-beneficio”.