Specialisti in pediatria si sono confrontati sui diversi aspetti che influenzano lo sviluppo e la vita di bambine e bambini fin dai primi 1000 giorni.

Trattare la salute, e la malattia, tenendo conto di tutti i diversi aspetti che ne sono correlati e collegati, ambientali e psicologici. Preparare il futuro della persona fin dall’infanzia e l’adolescenza, con una Medicina dei Sistemi che porta a un cambiamento di prospettiva nell’interpretare le funzioni biologiche dell’organismo umano e delle sue malattie, passando da una visione di tipo organicistico (ogni malattia interessa un singolo organo o tessuto) a quella di network cellulare, considerando il bambino come un “sistema”, cui guardare tenendo conto delle interferenze che l’ambiente e le relazioni sociali possono avere su un organismo-sistema ancora così plastico.

“Esiste una strettissima correlazione tra il bambino e l’ambiente che lo circonda e grazie alla Medicina dei Sistemi e alla sua visione di organismo come network di networks in stretta correlazione con l’ambiente e con gli altri esseri umani, questa correlazione appare ancora più evidente”, spiega Alessandro Perra, Direttore Scientifico di GUNA, in un incontro tra specialisti in pediatria organizzato in occasione della Giornata internazionale dell’infanzia. “Ad esempio, il ruolo patogenetico dell’inquinamento ambientale è oggi acclarato: scorie farmacologiche, ambientali o interferenti endocrini ricoprono un ruolo cruciale in condizioni quali obesità o ritardi di crescita. Proteggere e preservare l’organismo umano nei primi mille giorni di vita è un imperativo della pediatria del XXI secolo e accanto a ciò oggi è diventato imprescindibile valutare e intervenire, per la salute dei più piccoli, anche sui disagi psicologici che un network sociale “non armonico” può provocare. Un moderno e coerente modello di intervento medico richiede quindi approcci diagnostici che considerino ‘l’adulto di domani’ nella sua profonda complessità di sistema complesso mente-corpo e derivi da questa nuova consapevolezza le più appropriate soluzioni terapeutiche”.

Ambiente fisico, relazionale e socio-economico

Viene sottolineata l’importanza dei primi 1000 giorni di vita per lo sviluppo fisico e psichico e i rischi dell’esposizione agli inquinanti ambientali nell’età evolutiva. E con l’influenza dell’ambiente viene ricordata anche quella dell’ambiente familiare e sociale, non solo di inquinanti e germi. “Negli ultimi anni l’evoluzione delle conoscenze scientifiche in ambito medico ci ha fatto meglio comprendere come la crescita organica, lo sviluppo neuro-psico-intellettivo ed il mantenimento di una fisiologica omeostasi siano il frutto di un’interazione tra il patrimonio genetico ereditato dai genitori e l’ambiente in cui si vive. Quest’ultimo viene sempre più inteso non solo come spazio fisico ma, in modo più ampio, come contesto relazionale e socio-economico”, afferma Sergio Bernasconi, Specialista in Pediatria e Puericultura; Endocrinologia e Malattie del Ricambio; Professore Ordinario di Pediatra. “L’epigenetica ci ha fornito le chiavi per individuare i meccanismi di tale interazione e gli studi epidemiologici e pre-clinici ci hanno permesso di individuare nell’età evolutiva, in particolare nei primi 1000 giorni di vita e nella pubertà, la presenza di ‘finestre biologiche’ in cui fattori ambientali, interagendo con i sistemi organici caratteristici del singolo individuo, sono in grado di ‘programmare’ la predisposizione a sviluppare patologie che potrebbero manifestarsi clinicamente anche decenni dopo l’età infantile-adolescenziale”.

Una conoscenza e consapevolezza rispetto a tali temi importante per le figure professionali che seguono l’età pediatrica in tutte le sue tappe. “Ne consegue che i pediatri (e i ginecologi) devono essere meglio formati, nella fase di preparazione e/o di aggiornamento specialistico, ad utilizzare, nel trattamento delle varie patologie, schemi terapeutici che da un lato non determinino inquinamento ambientale e dall’altro, dove possibile, siano rivolti ad aiutare i sistemi organici a ritrovare una fase di equilibrio”, dice ancora Sergio Bernasconi, e conclude: “È infine raccomandabile che i pediatri (in particolare quelli di libera scelta che rappresentano un riconosciuto punto di riferimento per le famiglie) svolgano un’azione di educazione ambientale come quella da tempo ottimamente svolta nel settore nutrizionale e degli stili di vita”.

Epigenetica ed espressione genica

Sul tema dell’epigenetica e dell’ambiente in cui si sviluppa e vive il bambino, fin dal periodo della gravidanza, sottolinea Eleonora Lombardi Mistura, Specialista in Pediatria: “Mai come oggi la pediatria è centrale per il benessere del bambino e delle generazioni future. L’epigenetica ci insegna che l’ambiente in cui il bambino è inserito gioca un ruolo importantissimo poiché è in grado di modulare l’espressione genica già dalla vita intrauterina. L’aumento esplosivo delle malattie cronico-degenerative in età pediatrica ci mostra che l’esposoma che circonda i nostri figli (cibo, aria, acqua, farmaci, stile di vita generale) è evidentemente patogeno. L’infiammazione cronica di basso grado in gravidanza, quella che viene chiamata MIA (Maternal Immune Activation) può essere già una base patogena che, associata allo stile di vita del bambino dalla nascita in poi, pone le basi per una perdita di omeostasi che diventa malattia. L’alimentazione infiammante in gravidanza, allattamento e nei primi anni di vita è in grado di produrre uno stato infiammatorio cronico di basso grado attivato già in età pediatrica e l’obesità infantile ad oggi è un problema con il quale i pediatri si devono confrontare quotidianamente”.

Un’attenzione ai diversi aspetti e rischi per offrire alla persona le migliori possibilità di salute nel corso della sua vita. Conclude Eleonora Lombardi: “È dunque importante attuare una significativa profilassi primaria nei primi 1000 giorni di vita perché il bambino parta con tutte le migliori possibilità di salute. La Medicina dei Sistemi in questo contesto offre le migliori possibilità preventive e terapeutiche poiché vede l’organismo come network ed è in grado agire sul bambino in crescita rispettandolo e modulandolo“.