Lanciato dalle Associazioni di pediatri insieme con Fondazione Carolina e Meta il progetto “Connessioni delicate” su salute dei minori e digitale
Affrontare, dati alla mano, l’utilizzo corretto dei dispositivi elettronici da parte di bambini e ragazzi per tutelare il loro sviluppo e salute, considerando che nella fascia 0-2 anni il 72% delle famiglie usa social e chat durante l’allattamento e i pasti dei figli e il 26% lascia che i bambini utilizzino i device in autonomia. I dati emergono da un’indagine, tramite questionario anonimo, sul rapporto con il digitale in famiglie con figli nella fascia di età da 0 a 15 anni, realizzata da Associazione Culturale Pediatri (ACP), Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) e Società Italiana di Pediatria (SIP), insieme con Fondazione Carolina e Meta.
Il questionario fa parte nel progetto “Connessioni delicate”, tramite il quale si vuole sensibilizzare i genitori sull’utilizzo dei dispositivi digitali con bambini e ragazzi e promuovere buone pratiche, grazie alla guida di medici pediatri. Sono state raggiunte 800 famiglie circa che hanno risposto a domande relative ad abitudini e comportamenti online. Meta e Fondazione Carolina hanno supportato le famiglie affinché la partecipazione rappresentasse un’occasione di confronto con il pediatra e di approfondimento delle dinamiche digitali attraverso materiale gratuito fornito online.
La fase pilota con il coinvolgimento dei pediatri si è svolta da luglio a novembre, e la base scientifica è stata elaborata da un Comitato Scientifico cui hanno partecipato due professionisti per ogni ente. Dal questionario emerge che il 26% dei genitori lascia usare i device in autonomia ai figli di età tra 0 e 2 anni, il 62% ai figli tra 3 e 5 anni, l’82% a quelli tra 6 e 10 anni, arrivando al 95% ai figli tra 11 e 15 anni. “Già in uno statement pubblicato nel 2018 sulla rivista Italian Journal of Pediatrics la SIP ha messo in luce i rischi documentati per la salute psicofisica di un uso precoce, prolungato e non mediato dagli adulti, dei media device nei bambini da 0 a 8 anni. Sono state rilevate interferenze negative sul sonno, sulla vista, sull’apparato muscolo-scheletrico, sull’apprendimento e persino sullo sviluppo cognitivo”, commenta Annamaria Staiano, presidente SIP. “Come hanno documentato due Review SIP condotte nel 2019 e nel 2022, i rischi aumentano con l’aumentare del tempo trascorso online: dall’ansia e depressione al sovrappeso sino ai disturbi del comportamento alimentare; dal cyberbullismo al grooming online; dai problemi comportamentali a quelli della vista, cefalea, carie dentali”. Ecco quindi la raccomandazione
di evitare smartphone e tablet prima dei 2 anni di età, massimo un’ora al giorno tra 2 e 5 anni e due tra 5 e 8 anni.
Dal momento del pasto a quello dell’addormentamento
Un aspetto sottolineato è l’impatto dell’utilizzo di device riportato anche in momenti fondamentali nella relazione con i figli, come l’allattamento: “La diminuzione dell’attenzione delle madri ai segnali di suo figlio a causa dell’uso dello smartphone, specialmente all’inizio della vita nei contesti interattivi primari dell’allattamento e delle interazioni faccia a faccia, può avere ricadute negative sulle traiettorie neuroevolutive del bambino. Il comportamento reattivo materno è un elemento essenziale del sistema di sincronia che si sviluppa tra madre e bambino all’inizio della vita. Promuove la crescita fisiologica, cognitiva e socio-emotiva e realizza una sana genitorialità”, spiega Antonio D’Avino, presidente FIMP. “Tra i tre e i sei mesi di vita, l’allattamento al seno e le interazioni faccia a faccia costituiscono la maggior parte dei contesti in cui si sviluppa il legame genitore-bambino e richiedono una perspicace sensibilità da parte delle madri per imparare continuamente a riconoscere e interpretare i segnali dei loro bambini e ad adattarsi alle loro capacità mutevoli”.
Altro tema è rappresentato dal sonno e la fase di addormentamento dei piccoli, perché i dati riportati indicano che la voce dei genitori viene sostituita da ninne nanne artificiali in una famiglia su quattro con bimbi tra 0 e 2 anni e in una su cinque nel periodo successivo, da 3 a 5 anni. Non solo, anche momenti come la lettura di fiabe o altro intrattenimento vengono delegati ai device dal 35% dei genitori con figli tra 0 e 2 anni, e dall’80% considerando l’età da 3 a 5 anni. Inoltre, vi è una percezione scarsa dei rischi connessi a questi utilizzi, dai sintomi della dipendenza al sexting e grooming, e circa una famiglia su due non sa dire l’età minima per un utilizzo dei device, né per quanto tempo sia consigliato usarli, né cosa pensi in merito la comunità medico-scientifica.
“Il cervello di un adolescente non è come quello di un adulto, tanto che la quantità di mielina raddoppia e questo comporta una più rapida propagazione dei messaggi nervosi. L’esposizione a fattori traumatici e tossici può quindi alterarne lo sviluppo cognitivo”, afferma Stefania Manetti, presidente ACP. “Per esempio, la riduzione delle ore di sonno per l’utilizzo dei mezzi digitali comporta spesso problemi sul rendimento scolastico. Inoltre, un uso non regolamentato dello smartphone rischia di causare dipendenza e scarse relazioni sociali in un momento della vita in cui la socialità, reale e non virtuale, assume un ruolo importante per lo sviluppo di autonomia, senso critico, nonché della personalità. I genitori di oggi, di fronte a queste problematiche complesse, devono essere supportati nell’assumere posizioni educative più appropriate”.
Informare e formare
Famiglie e pediatri risultano concordi nella necessità di un supporto per i genitori nella gestione del rapporto dei figli con device e con il digitale: il 70% dei genitori con figli nella fascia 0-2 anni e l’87% di quelli con figli nella fascia 11-15 anni vorrebbe maggiori informazioni dai pediatri e dall’altra parte l’87% dei pediatri volontari che hanno partecipato all’indagine ritiene necessaria una formazione scientifica in ambito di salute digitale dei minori.
Attraverso il progetto pilota è stata realizzata la prima bozza del documento di “Bilancio di salute digitale”, nell’ottica dell’ampliamento a livello nazionale entro la primavera del lavoro svolto. Sono disponibili sia la guida informativa sulla sicurezza online per i genitori, sviluppata da Fondazione Carolina con il contributo di Meta, sia i dati raccolti con la fase pilota del progetto.