L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù annuncia la scoperta di una nuova patologia ultrarare, attraverso uno studio multicentrico che ha coinvolto 5 pazienti in 3 Paesi

Identificata una nuova malattia ultra rara, fino a oggi senza diagnosi, che nei casi più gravi presenta microcefalia, atrofia cerebrale e anomalie scheletriche. A segnalarlo l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, i cui ricercatori hanno identificato la malattia in uno studio multicentrico su 5 pazienti cui hanno partecipato Italia, Francia e Stati Uniti. Lo studio, pubblicato sulle pagine della rivista Nature Communications, ha permesso di individuare quali responsabili della malattia mutazioni del gene ARF3 e di valutarne le conseguenze sullo sviluppo embrionale con il modello sperimentale zebrafish.

La ricerca ha avuto il finanziamento dal programma “Pazienti senza diagnosi” della Fondazione Bambino Gesù, dal Ministero della Salute e dal Ministero dell’Università e della Ricerca; è stata coordinata da Marco Tartaglia, responsabile dell’Area di ricerca Genetica e malattie rare dell’Ospedale, in sinergia con Antonella Lauri, PI del programma europeo “Marie Sklodowoska Curie”, e ha coinvolto gli enti dei Paesi.

Il gene ARF3 finora non era stato associato a disordini dello sviluppo e i ricercatori hanno studiato gli effetti delle singole mutazioni in tale gene nel pesce d’acqua dolce zebrafish (pesce zebrato), che condivide più del 70% di omologia con i geni dell’uomo; inoltre, è trasparente nelle prime fasi dello sviluppo, permettendo di studiare con tecniche ad alta risoluzione e in poco tempo i processi dello sviluppo embrionale e delle alterazioni tessuto-specifiche. Con l’utilizzo di sistemi cellulari e degli zebrafish è stato dimostrato l’impatto delle mutazioni sulla funzionalità della proteina codificata dal gene mutato e sulla normale attività dell’apparato del Golgi. Le analisi molecolari e con microscopia ad alta risoluzione sugli embrioni di zebrafish hanno mostrato perturbazioni della proliferazione e una maggiore mortalità delle cellule staminali durante lo sviluppo del cervello, contribuendo a chiarire i meccanismi alla base della microcefalia nei pazienti.

“Lo studio ha confermato l’importanza dell’integrità funzionale dell’apparato del Golgi nel regolare i processi dello sviluppo del cervello. È stato quindi possibile assegnare questa malattia al gruppo delle cosiddette ‘golgipatie’, cioè alle malattie causate dal malfunzionamento dell’apparato del Golgi”, ha spiegato Marco Tartaglia. Aggiunge, e conclude, Bruno Dallapiccola, direttore scientifico dell’Ospedale pediatrico: “Grazie alla scoperta delle mutazioni del gene ARF3 abbiamo adesso dei biomarcatori che oltre a identificare la patologia consentendone la diagnosi, offrono potenziali bersagli di terapie mirate future”.