SIN, SIP, SIGO e AOGOI in comunicato stampa congiunto per condividere considerazioni di fronte al tragico episodio di morte neonatale

La Società Italiana di Neonatologia (SIN), la Società Italiana di Pediatria (SIP), la Società Italiana di Ginecologia ed Ostetricia (SIGO) e l’Associazione Ostetrici e Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI) si uniscono in un comunicato stampa per condividere alcune considerazioni sull’assistenza sanitaria fornita nelle Maternità, dopo il tragico episodio di morte neonatale.

Le quattro società scientifiche italiane d’area perinatale, da tempo impegnate nel promuovere la relazione madre-bambino e l’allattamento al seno, riportano come attualmente le Maternità prevedano “la gestione congiunta di madre e bambino, il cosiddetto rooming-in, che va proposto fornendo il necessario sostegno pratico e psicologico alla nuova famiglia”.

“La condivisione del letto fra una madre vigile ed un neonato sano, messo in una posizione di sicurezza, è un fatto naturale, pratico, indiscutibile”, dicono ancora nel comunicato, ma viene riportato che le società scientifiche “raccomandano di evitare la condizione del co-sleeping, giudicata non sicura, suggerendo di riporre il bambino a fine poppata nella propria culla, in particolare quando non siano presenti altri caregiver (familiari o operatori sanitari). Questa prudenza è giustificata ben oltre la permanenza di mamma e bambino nel Punto Nascita e interessa tutti i primi 6 mesi di vita”.

Tuttavia nonostante la prudenza e le cautele può succedere che mamma e bambino si addormentino nello stesso letto: “Si tratta di un evento che più che essere drammatizzato, richiede un rinforzo di informazione alle famiglie sulla sicurezza del bambino durante il sonno”, dicono SIN, SIP, SIGO e AOGOI, e “La carenza a livello nazionale del personale sanitario, pesantemente sofferta anche nell’area del percorso nascita, non è motivo sufficiente per giungere ad ipotizzare proposte assistenziali involute e di minore qualità come la gestione separata di madre e bambino”.

Le quattro società scientifiche concludono sottolineando “il valore essenziale della pratica del rooming-in” e raccomandando “che l’implementazione del rooming-in per essere appropriata preveda che: a. le famiglie siano adeguatamente informate, coinvolte e supportate; b.gli operatori sanitari offrano un’assistenza per quanto possibile individualizzata ed empatica in modo che l’indicazione istituzionale a praticare il rooming-in sia declinata in maniera appropriata”.