I più recenti dati ISTAT (Dicembre 2022) ribadiscono il problema della denatalità in Italia. Nel 2021 i nuovi nati sono stati 400.249, con un calo dell’1,1% sull’anno precedente (cioè -4.643 bambini). Il fenomeno sembra ancora in progressiva evoluzione negativa: secondo dati provvisori ISTAT, nel periodo gennaio-settembre 2022 le nascite sono state circa 6.000 in meno rispetto allo stesso periodo del 2021.
Lo squilibrio tra le età con il progressivo invecchiamento della popolazione è ben documentato dal rapporto tra numero di anziani (età > 65 anni) e quello dei bambini di età inferiore a 6 anni, oggi pari a 5,4 (era pari a 1,1 nel 1971 e a 3,4 nel 2001). Anche in questo campo, come per altri parametri del nostro Paese, si osserva una elevata variabilità territoriale, passando da un valore di 3.3 anziani/bambini età < 6 anni nella provincia di Bolzano a più del doppio in Liguria (7.8), suggerendo un ineguale supporto alla genitorialità in un momento in cui le coppie, soprattutto le più giovani, trovano difficoltà nel formare una famiglia con figli.
Il problema, oggetto anche di una recente inchiesta (v. Il Pediatra 5/2022), è sicuramente complesso e in definitiva, come affermato dal Presidente FIMP Antonio D’Avino, questa criticità demografica risiede soprattutto nella progressiva riduzione della popolazione giovanile, che inevitabilmente inciderà sulle dinamiche di popolazione (-0.3% nel 2021 rispetto al 2020).
Questa “scarsità” di minori dovrebbe indurre allo sviluppo di politiche in grado di invertire la tendenza attuale per assicurare un adeguato ricambio generazionale e di favorire la crescita di una popolazione infantile e adolescenziale nelle migliori condizioni di salute possibile. Purtroppo, diversi rilievi suggeriscono sia la persistenza di irrisolte situazioni che l’emergere di nuove problematiche ben messe in evidenza dal 12° Rapporto di monitoraggio dell’attuazione della Convenzione ONU sui diritti di infanzia e adolescenza (2022, https://gruppocrc.net).
Per citarne alcune: terapia intensiva pediatrica, telemedicina, consenso informato nei minori, insalubrità ambientale, a cui è dedicato un ulteriore approfondimento sulle sigarette elettroniche (pag. 46), protezione e sostegno dell’allattamento al seno, patologie del neuro-sviluppo, salute mentale, promozione della salute per bambini e adolescenti provenienti da altri Paesi anche in conseguenza di guerre. Un’attenzione particolare meritano i soggetti più fragili, dei quali anche l’entità non è del tutto conosciuta.
Ad esempio, dati incompleti indicano che la disabilità ha un impatto importante nei bambini con percentuali del 2,4% nella scuola dell’infanzia e del 4,4% nella scuola primaria. La Legge delega 227/2021 rappresenta un’opportunità per poter migliorare le diseguaglianze nei percorsi di “care” ancora presenti, rendendo pienamente esigibili i necessari sostegni fin dalle prime epoche della vita. In tale ottica si dovranno sempre più sviluppare modalità di assistenza pediatrica che prevedano un approccio globale ai bambini con bisogni complessi (v. Il Pediatra 5/2022).
Tuttavia un processo adeguato di “care” nei vari setting assistenziali non può prescindere da una formazione di alto livello fin dal momento della Scuola di Specializzazione, come ribadito dal Prof. Gian Luigi Marseglia (v. pag. 8-11). Per quanto riguarda l’aggiornamento continuo, Il Pediatra continuerà a impegnarsi nel nuovo anno nella sua mission con inchieste, interviste, articoli di aggiornamento, nuove rubriche e il fondamentale ECM, egregiamente coordinato dal Prof. Angelo Ravelli, sulle frontiere della nostra professione.
Un riscontro da parte dei lettori con lettere e commenti sarà particolarmente apprezzato anche per migliorare lo sviluppo delle future strategie.