Pubblicato un libro a cura dell’Istituto Superiore di Sanità su depressione e altri disturbi nel periodo perinatale e non solo

Un disturbo mentale che si presenta dopo il parto, una condizione psicologia delle neomamme che comprende non solo le situazioni più gravi (era definita psicosi puerperale) ma anche disturbi d’ansia, del comportamento alimentare e sofferenza emotiva nell’arco di tempo che arriva fino all’anno di vita del bambino o bambina. Il tema è al centro del libro “La salute mentale nel periodo perinatale”, a cura di Laura Camoni, Gabriella Palumbo e Antonella Gigantesco, in collaborazione con Gina Barbano, Marina Cattaneo, Laura Dal Corso (Pensiero Scientifico Editore), frutto del lavoro di ricercatrici e ricercatori dell’Istituto Superiore della Sanità, con esperienza nel campo, insieme con esperti delle strutture assistenziali del Servizio sanitario nazionale (SSN) e delle Università.

Viene trattato non solo il periodo successivo alla nascita, ma è incluso anche il tempo precedente, prima ancora del concepimento (formazione dell’identità genitoriale materna e paterna, stereotipi e ricadute psicologiche, omogenitorialità), per continuare con i mesi della gravidanza con i cambiamenti psichici e identitari, e per la madre, anche quelli ormonali, neurochimici e neurobiologici, considerando anche l’effetto dello stress e dei traumi vissuti dalla madre sul nascituro; si prosegue poi con il percorso nascita in tutti i suoi aspetti e il post-partum (disturbi mentali che possono anche portare al rischio di suicidio e infanticidio; il possibile lutto perinatale) e si conclude con il rientro al lavoro, i trattamenti (sia quelli disponibili sia quelli auspicati) per la salute mentale perinatale e le indicazioni delle linee guida internazionali.

“Uno sforzo, quello degli autori, finalizzato ad aumentare la consapevolezza sull’importanza del riconoscimento (attraverso anche programmi di screening), del trattamento precoce e della presa in carico delle donne che presentano i disturbi mentali del pre e post-partum, non solo per la salute e il benessere delle donne stesse ma anche per quelli del bambino, della famiglia e, in ultima analisi, della società”, conclude il comunicato dell’ISS.