La SIP agli Stati Generali della Pediatria, convocati oggi al Ministero della Salute, ha evidenziato le cinque sfide cruciali su cui intervenire

Cinque punti considerati sfide, questioni cruciali da affrontare per offrire una salute a misura di bambini e per garantire a bambini e adolescenti il diritto di essere curati adeguatamente dai loro pediatri. A parlare delle priorità su cui lavorare è la Società Italiana di Pediatria (SIP), agli agli Stati Generali della Pediatria, convocati il 2 marzo al Ministero della Salute, alla presenza del Sottosegretario di Stato Marcello Gemmato e della Garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti.

I cinque aspetti su cui intervenire sottolineati dalla SIP sono: garantire sino a 18 anni il diritto all’assistenza pediatrica; rimodulare le cure pediatriche, in una logica di integrazione tra ospedale e territorio; riconoscere le sub-specialità pediatriche per rispondere meglio ai bisogni di salute di bambini e adolescenti, in particolare di quelli con patologie croniche; implementare la rete dell’emergenza-urgenza, rafforzando le terapie intensive pediatriche; contrastare e ridurre le diseguaglianze di salute su base territoriale. Per ognuno di questi punti la SIP, oltre a illustrare la situazione corrente, ha portato avanti proposte.

Età pediatrica a 18 anni per legge

Su questo primo punto, riportando anche le diverse organizzazioni ospedaliere nelle diverse Regioni italiane rispetto ai limiti di età per i ricoveri in pediatria o nei reparti dell’adulto, “La SIP chiede di innalzare per legge a 18 anni l’età di accesso nei reparti pediatrici in tutte le Regioni e nelle strutture deputate alle cure primarie sul territorio (inclusione nei LEP). D’altra parte, l’età pediatrica si conclude a 18 anni in molti Paesi europei (Francia, Gran Bretagna, Olanda, Polonia e Svezia). Tale richiesta si fonda non solo su presupposti normativi, ma anche scientifici. Le patologie del bambino e dell’adolescente, la sintomatologia, i piani diagnostici e terapeutici non possono essere assimilabili a quelli dell’adulto e cambiano nel corso dello sviluppo, richiedendo competenze ed esperienza specifiche. L’adolescente è un soggetto in transizione, non ancora adulto, spesso orfano dal punto di vista assistenziale e delle risposte ai suoi bisogni di salute”.

Migliorare i percorsi assistenziali territorio-ospedale

La SIP porta l’attenzione sul tema della carenza di pediatri insieme con il numero crescente di coloro che lasciano l’ospedale per l’attività privata o il territorio, con la necessità del ricorso a medici gettonisti per l’emergenza personale. Per continuare ad assicurare standard assistenziali adeguati è richiesta una rimodulazione delle cure pediatriche, in una logica di integrazione tra ospedale e territorio: “La dicotomia organizzativa tra Pediatria di famiglia e Pediatria ospedaliera, realizzatasi nel nostro Paese a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, oggi non è più sostenibile. Occorre favorire una maggiore integrazione tra ospedale e territorio, garantendo continuità assistenziale, anche per rispondere alla emergenza urgenza pediatrica e alle patologie croniche (sempre più frequenti nella popolazione pediatrica), evitando la congestione inappropriata dei Pronto Soccorso e migliorando la risposta territoriale alle esigenze dei bambini e delle loro famiglie”.

Riconoscere le sub-specialità pediatriche

Il tema delle malattie croniche, con sempre più pazienti che sopravvivono a condizioni che una volta erano mortali, comporta le necessità di una presa in carico globale di questi pazienti, che comprenda sia cure mediche sia assistenza sociosanitaria integrata anche sul territorio: “La SIP chiede di accelerare il riconoscimento sul piano normativo del valore legale delle sub specialità pediatriche, come già avviene in altri Paesi europei. La figura del pediatra sub-specialista (esempio pediatra cardiologo, pediatra allergologo, pediatra gastroenterologo, pediatra endocrinologo, pediatra pneumologo ecc.) può far fronte meglio all’aumento di bambini e adolescenti con patologie croniche complesse e alla gestione della transizione dall’infanzia all’adolescenza e all’età adulta. A tal fine la SIP ha redatto un documento attualmente al vaglio del Ministero della Salute. Occorre inoltre rafforzare la strumentazione tecnologica e informatica con applicazioni in telemedicina (teleconsulto, televisita, ecc.) per rispondere al meglio anche a questi bisogni di salute”.

Rafforzare le Terapie Intensive Pediatriche

La SIP riporta come il numero di Terapie Intensive Pediatriche sia inadeguato e propone di: “Costruire la Rete Hub & Spoke per le Terapie Intensive Pediatriche su base regionale o interregionale, comprensiva anche di modalità e criteri operativi per il trasporto pediatrico. Presupposto essenziale per la costituzione della rete è la definizione del codice ministeriale di disciplina specifico per Terapia Intensiva Pediatrica”.

Ridurre le diseguaglianze nell’assistenza

Infine, viene portata l’attenzione sulle importanti diseguaglianze non solo nei tassi di mortalità neonatale ma anche nelle opportunità di cura, in base all’area geografica ma anche all’essere figli di genitori stranieri, a causa della povertà. Scrive la SIP: “La riorganizzazione della rete assistenziale pediatrica, secondo il modello Hub & Spoke, con l’integrazione di tutte le componenti della Pediatria, dovrebbe servire anche a ridurre la migrazione sanitaria e le diseguaglianze”.