Pubblicato un documento sulla condizione sul portale dell’OMS, frutto di un tavolo di lavoro cui ha partecipato anche il Policlinico Gemelli

Una condizione multisistemica debilitante, che può permanere a lungo con un impatto sulla qualità di vita. Una condizione, chiamata Long Covid, per la quale è stata istituita anche una giornata dedicata (il 15 marzo, Giornata internazionale della consapevolezza sul Long Covid). Dopo le definizioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sulla condizione post-covid nell’adulto, pubblicate nell’ottobre del 2021, è stata pubblicata anche la definizione di caso clinico per la condizione post-covid in bambini e adolescenti (febbraio 2023), al cui lavoro ha preso parte anche il Policlinico Gemelli.

Danilo Buonsenso, dirigente medico presso la UOC di Pediatria della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e docente di Pediatria all’Università Cattolica, sottolinea come la mancanza di una definizione pediatrica, “creava tutta una serie di limitazioni per il riconoscimento della malattia in questa fascia d’età, ma anche in ambito di ricerca per la standardizzazione dei lavori, le classificazioni, ecc. Per questo motivo l’OMS qualche mese fa ha organizzato un tavolo di ricerca che ha coinvolto esperti nella gestione del Long Covid da tutto il mondo, oltre a genitori e pazienti stessi, per sviluppare un processo attraverso il quale si è arrivati alla definizione di Long Covid pediatrico, che è stata pubblicata lo scorso febbraio sul portale dell’OMS. Anche noi del Gemelli siamo stati coinvolti in questo tavolo di lavoro essendo stati il primo centro al mondo a segnalare l’esistenza del Long Covid in età pediatrica e a pubblicare le prime evidenze di una certa rilevanza sul tema”.

La definizione dell’OMS riporta segni, sintomi, e tempistiche degli stessi, per i quali non vi siano altre spiegazioni e diagnosi. “Vediamo ragazzi che praticavano sport più volte al giorno e che dopo il Covid presentano una facile affaticabilità, anche solo facendo un piano di scale”, prosegue Danilo Buonsenso, e aggiunge: “Ad oggi non abbiamo una terapia perché non sappiamo ancora come mai alcuni pazienti sviluppino il Long Covid. Ma il nostro e altri gruppi stanno lavorando allo studio di nuovi biomarcatori di Long Covid. Dai dati preliminari al riguardo siamo abbastanza ottimisti; nei prossimi mesi riusciremo a capire meglio perché alcuni pazienti sviluppano il long Covid e altri no”.

Un lavoro di studio e di ricerca anche per una gestione ottimale dei pazienti: “Al momento non c’è ovviamente una terapia specifica quindi offriamo trattamenti personalizzati in base alle problematiche principali riscontrate, paziente per paziente”, conclude Danilo Buonsenso. “Nei bambini con cefalee croniche si attivano i percorsi terapeutici tipici delle cefalee croniche in età pediatrica; per quelli con alterazioni del ritmo cardiaco, è prevista la somministrazione di farmaci anti-aritmici; per quelli con miocardite cronica o vascolari, la terapia antiaggregante o anticoagulante. Sono infine allo studio alcune terapie per l’astenia”.