di Viviana Persiani

L’antibiotico-resistenza (AMR, antimicrobial resistance) è una problematica che coinvolge l’Italia, dove la resistenza microbica si attesta tra le più elevate in Europa, con 11 mila morti l’anno. Annamaria Staiano, professore di Pediatria dell’Università di Napoli Federico II, Direttore dell’Unità operativa complessa di Pediatria Generale del Policlinico Federico II, Presidente della Società Italiana di Pediatria e membro di Enaspoc, (European Network for Antibiotic Stewardship at the Point of Care), parte da un dato inquietante, secondo il quale nei paesi ad alto reddito, sono circa 900 all’anno quelli che, al di sotto dei 5 anni, muoiono proprio per cause direttamente associate all’antibiotico resistenza (Center for global development 20 Jan 2022).

”Negli studi pediatrici” racconta Annamaria Staiano, “i genitori di bambini con tosse e febbre, spesso, per avere una risposta rapida, esercitano pressioni sui medici perché prescrivano l’antibiotico. Il report Aifa, infatti parla chiaro: in Italia, almeno 4 bambini su 10 ricevono un antibiotico all’anno”. L’età in cui viene più prescritto l’antibiotico terapia è tra i 2 e i 3 anni. “Occorre essere scrupolosi nella prescrizione di questi farmaci per bambini. Nel periodo pandemico abbiamo assistito a un’esplosione dell’utilizzo di antibiotici che ha riguardato anche la popolazione pediatrica, con un uso improprio di azitromicina. L’abuso di antibiotici prevede una serie di effetti collaterali. Come, ad esempio, la disbiosi, alla base di tante malattie croniche come l’obesità e il diabete anche in età adulta. Purtroppo, quanto più è moderna la società, più c’è uso di antibiotici e più è elevata la riduzione della diversità di organismi che popolano il nostro intestino a favore di microrganismi non benefici. L’alterazione del microbioma intestinale ha, dunque, un impatto significativo per lo sviluppo di malattie in epoche successive. Certamente, le affezioni delle vie respiratorie superiori, come la faringotonsillite, le bronchiti, in presenza di febbre, inducono il medico a prescrivere antibiotici, anche se si parla di patologie di origine virale e non batterica”.

“In occasione del Consensus Conference Enaspoc nella cura ambulatoriale del bambino che presenta febbre e sintomi di respiratori è giunta l’indicazione dell’utilizzo del test rapido della proteina C-reattiva (PCR), per guidare la decisione nella prescrizione o meno dell’antibiotico. Il test ha un alto valore predittivo negativo, ma siamo consapevoli che dobbiamo osservare questo bambino. Il valore della proteina C-reattiva, inoltre, offre un’ulteriore indicazione: se è superiore al 75 siamo di fronte ad un’infezione batterica e, se arriva al 100, si tratta di un bambino che io debbo osservare ancora più strettamente perché potrei anche richiedere l’ospedalizzazione”. L’ampio abuso di antibiotici e la resistenza agli antibiotici, purtroppo, sono una minaccia anche in età pediatrica. “Le evidenze scientifiche dimostrano che l’uso degli antibiotici è, molto spesso, inappropriato in bambini piccoli che non avrebbero bisogno di questi farmaci che potrebbero compromettere lo stato generale della loro salute, non solo nella situazione attuale, ma mettendo a rischio anche quella futura”.