Pubblicato il nuovo rapporto infanzia nel mondo dell’UNICEF, con i dati sulle coperture vaccinali

In 52 Paesi sui 55 considerati, durante la pandemia da COVID-19 la percezione pubblica dell’importanza dei vaccini nell’infanzia appare diminuita, una riduzione nella fiducia che in alcuni Paesi arriva a 44 punti percentuali. A parlarne è l’UNICEF, con il nuovo rapporto “La condizione dell’infanzia nel mondo 2023: per ogni bambino, vaccinazioni”.

Se dall’inizio della pandemia la percezione dell’importanza dei vaccini per i bambini è diminuita di più di un terzo in Repubblica di Corea, Papua Nuova Guinea, Ghana, Senegal e Giappone, guardando all’Italia la riduzione è stata dal 92,1 all’85,5%, ed è stata più accentuata fra le persone con meno di 35 anni rispetto a quelle con più di 65 anni e fra le donne rispetto agli uomini. Tuttavia, in quasi la metà dei 55 Paesi considerati più dell’80% degli intervistati ritiene importanti le vaccinazioni nell’infanzia.

“All’apice della pandemia, gli scienziati hanno sviluppato rapidamente vaccini che hanno salvato innumerevoli vite”, ha detto Catherine Russell, Direttore Generale dell’UNICEF. “Ma nonostante questo risultato storico, la paura e la disinformazione su tutti i tipi di vaccini sono circolate tanto quanto il virus stesso. Questi dati sono un preoccupante campanello d’allarme. Non possiamo permettere che la fiducia nelle vaccinazioni di routine diventi un’altra vittima della pandemia. Altrimenti, la prossima ondata di decessi potrebbe riguardare altri bambini colpiti da morbillo, difterite o altre malattie prevenibili”. E questo calo nella fiducia, sottolinea l’UNICEF, si verifica in un momento in cui, alimentato dalla pandemia, vi è il più grande arretramento prolungato della vaccinazione dei bambini da 30 anni a questa parte.

Tra il 2019 e il 2021 la copertura vaccinale appare in calo in 112 Paesi con 67 milioni di bambini e bambine che non hanno ricevuto le vaccinazioni, di cui 48 milioni non hanno ricevuto una sola dose di vaccino (‘a 0 dose’). E se il numero maggiore di soggetti ‘a 0 dose’ è in India e Niger, sono il Myanmar le Filippine i Paesi dove c’è stato un aumento particolare di questa categoria.

Protezione mancata

Guardando ad alcune malattie, nel 2022 a confronto con il 2021 sono più che raddoppiati i casi di morbillo: ogni 5 bambini circa 1 non è protetto da questa patologia, condizione che, complessivamente, nel 2021 ha causato 128.000 morti. Considerando la poliomielite, è aumentato del 16% il numero di coloro che sono paralizzati dalla polio, un numero, quello delle paralisi da polio, che è aumentato di otto volte se si considera invece il triennio 2019-2021 rispetto al triennio precedente. E 7 ragazze su 8 non sono vaccinate contro il papillomavirus umano (HPV).

Con la pandemia sono anche aumentate le diseguagliante esistenti. L’UNICEF riporta come, secondo i dati prodotti per il rapporto dal Centro Interazionale per l’Equità nella Salute, è a 0 dosi un bambino su 5 nelle famiglie più povere, uno su 20 in quelle più ricche. Inoltre, nei Paesi a basso e medio reddito un bambino su 10 in aree urbane è a 0 dosi, uno su 6 nelle aree rurali, mentre in quelli a reddito più alto non c’è quasi differenza tra aree urbane e rurali.

Il rapporto di UNICEF esorta i governi a: identificare e raggiungere con urgenza tutti i bambini, soprattutto coloro che non hanno ricevuto le vaccinazioni durante la pandemia; rafforzare la domanda per i vaccini, anche attraverso la costruzione di fiducia; dare priorità ai finanziamenti per i servizi di vaccinazione e di assistenza sanitaria primaria; costruire sistemi sanitari resilienti attraverso investimenti in personale sanitario femminile, innovazione e produzione locale.

“Le vaccinazioni hanno salvato milioni di vite e proteggere le comunità da epidemie di malattie mortali. Tutti noi sappiamo bene che le malattie non rispettano confini. Vaccinazioni di routine e sistemi sanitari forti sono il modo migliore per prevenire future pandemie, morti e sofferenze non necessarie. Con le risorse ancora disponibili dalla campagna di vaccinazione contro il COVID-19, è il momento di reindirizzare questi fondi per rafforzare i servizi di vaccinazione e investire in sistemi sostenibili per ogni bambino”, ha concluso Catherine Russell.