I risultati delle indagini sulla salute mentale materna e perinatale nell’ambito del progetto dell’Istituto Superiore di Sanità

Il percorso nascita ottiene la promozione da parte di 9 donne su 10, che risultano soddisfatte dell’assistenza ricevuta nel corso della gravidanza, del parto, dopo la nascita e al ritorno a casa, con una valutazione complessivamente buona o ottima. L’aspetto più critico riguarda le informazioni ricevute sui cambiamenti di umore e sulla salute mentale: manca un protocollo per la salute mentale delle donne fragili. La fotografia dei primi mille giorni di vita emerge dai risultati progetto coordinato dal Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute (Cnapps) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS)Rilevazione dei percorsi preventivi e assistenziali offerti alla donna, alla coppia e ai genitori per promuovere i primi 1000 giorni di vita, anche al fine di individuare le buone pratiche, i modelli organizzativi e gli interventi adeguati’.

Il progetto, promosso e finanziato dal Ministero della Salute, ha coinvolto oltre 500 professionisti in nove Regioni e una Provincia autonoma e sono stati e raccolte informazioni su: qualità percepita durante il percorso nascita da parte delle donne che partoriscono; promozione della salute mentale materna dalla gravidanza al periodo postnatale; supporto alla genitorialità offerto dai servizi e dai professionisti sociosanitari. I dati riportati provengono da un questionario diffuso tra maggio e ottobre 2022 a 3.642 donne che hanno partorito in 16 punti nascita coinvolti nel progetto.

In generale, le esperienze delle donne sono risultate maggiormente positive rispetto all’aver avuto fiducia nei professionisti sanitari e l’essersi sentite trattate con rispetto e dignità, mentre era critico appunto l’ambito delle informazioni avute sui cambiamenti di umore e sulla salute mentale. Il consultorio familiare è risultato essere il luogo di riferimento per la promozione e la tutela della salute mentale in gravidanza e dopo il parto in 15 Aziende sanitarie, ma se 9 consultori su 10 garantiscono una valutazione dello stato emotivo e del rischio di depressione perinatale (con l’offerta di interventi di supporto), solo in poco più della metà (55%; non in quelli del Sud) c’è un protocollo scritto per l’assistenza integrata alle donne con disturbo mentale perinatale. E secondo l’indagine in 119 Dipartimenti di salute mentale (Dsm) nazionali, manca un Protocollo Diagnostico Terapeutico Assistenziale dedicato in 8 su 10.

inoltre, un’indagine rivolta ai pediatri di libera scelta ha raggiunto quasi 300 professionisti in 5 Aziende sanitarie (rispondenza del 60,8%). Il 90% ha una buona conoscenza in merito a prevenzione e promozione della salute nei primi due anni di vita. Tuttavia, le criticità principali sono emerse sugli stili di vita come l’alcol in gravidanza, con circa un terzo (31%) che ritiene sicura l’assunzione di una piccola quantità (un bicchiere di vino), la sicurezza in auto e la posizione in culla per i quali un quarto dei pediatri di libera scelta non identifica la raccomandazione corretta. Inoltre, l’11% ritiene che la depressione materna scompaia senza necessità di trattamento. Rispetto alla pratica clinica, oltre 4 su 10 non informano sempre i genitori sui rischi dell’assunzione di alcol durante l’allattamento; il 45% informa raramente su orari e stagioni più a rischio rispetto ai livelli di inquinamento; solo 3 su 10 informano adeguatamente dell’esistenza di servizi territoriali che possono farsi carico di bisogni non immediatamente sanitari e il 16% facilita il contatto con uno psicologo in presenza di un problema di depressione materna.

“Con un gruppo multidisciplinare di esperti e grazie alla rete dei referenti delle Unità operative partecipanti, è stato possibile raccogliere e analizzare molteplici informazioni relative ad attività e interventi di respiro locale e nazionale, implementati in contesti diversi con l’obiettivo comune di promuovere la salute nei primi 1000 giorni di vita”, ha spiegato Serena Donati, Direttrice del Reparto Salute della Donna e dell’Età Evolutiva del Cnapps dell’ISS, e concluso: “La diffusione di questo materiale potrà facilitare lo scambio di esperienze fra professionisti e decisori di diverse aree del Paese ponendo le basi per investire negli interventi di sviluppo infantile precoce raccomandati da Oms, Banca mondiale e Unicef”.