Studiosi di tutto il mondo si sono riuniti per confrontarsi sui temi della natimortalità, dalla ricerca sulle cause alle pratiche per la prevenzione

Natimortalità, morte neonatale, sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS) e morte improvvisa inaspettata nell’infanzia (SUDI). Firenze ha ospitato la conferenza internazionale (6-8 ottobre) dedicata alla morte in culla e alla morte perinatale dell’ISPID – International Society for the study and prevention of Perinatal and Infant Death, dove i temi sono stati affrontati e discussi da studiosi di tutto il mondo, accolti dall’Associazione Semi per la SIDS onlus e dalla Fondazione Meyer.

Obiettivo della conferenza era condividere le strategie per affrontare efficacemente i gravi problemi della morte in utero, della morte neonatale, della SIDS e della SUDI nei Paesi ad alto, medio e basso reddito, mettendo a sistema sia la ricerca innovativa sulle cause sia le pratiche più sicure sul versante della prevenzione. Un incontro che vede rappresentati i principali Paesi europei e d’oltreoceano (Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda, Centro e Sud America), suddivisi in operatori sanitari del settore pediatrico e famiglie.

“L’ipotesi più accreditata per spiegare la SIDS resta quella del «triplice rischio», ovvero la concomitanza di età critica (il primo anno di vita, con una finestra di maggior rischio tra i 2 e i 4 mesi), fattori di rischio epidemiologico e ambientale (posizione prona, bed sharing, eccetera) e una vulnerabilità biologica, legata ad alterazioni a carico delle strutture troncoencefaliche implicate nel controllo del cuore e del respiro”, ha raccontato Raffaele Piumelli, pediatra e co-presidente della conferenza. “Sono emerse negli anni nuove evidenze scientifiche che identificano in alcune variazioni nel metabolismo di neurotrasmettitori quali la serotonina, la dopamina o l’orexina dei tratti che aumentano il rischio SIDS ma dobbiamo ricordare che, anche se ci piacerebbe trovare ‘il colpevole’ per la SIDS, non esistono ad oggi marcatori in grado di predirla. Piuttosto, ancora molto può essere fatto per la prevenzione: il 90% di queste morti improvvise sono legate a pratiche di sonno non sicure, come il bed sharing, che non vanno incoraggiate”.

La Conferenza sì è svolta alle soglie della Settimana della Consapevolezza sul lutto perinatale (Baby Loss Awareness Week), dal 9 al 15 ottobre, evento annuale per aumentare la consapevolezza e la comprensione delle esperienze di chi ha subìto la perdita di un bimbo in gravidanza o poco dopo la nascita.