L’Associazione Culturale Pediatri porta l’attenzione su come riconoscere le richieste di aiuto da parte di minorenni con incongruenza e disforia di genere
Incongruenza e disforia di genere: un vademecum per medici e famiglie, per i segnali da comprendere e le azioni giuste per prevenire malattie psicosomatiche, depressione e suicidio. Se ne è parlato al 35° Congresso dell’Associazione Culturale Pediatri (ACP), dove è stato riportato come sia aumentata, in Italia e all’estero, la richiesta di presa in carico da parte di minorenni.
“L’aumento è dovuto a una maggiore apertura sociale nei confronti di un fenomeno che in passato veniva spesso rimosso o nascosto, andando a generare patologie somatiche e depressione, se non il suicidio”, ha affermato durante il Congresso Chiara Centenari, pediatra e ricercatrice. “Oggi le cose vanno meglio e i ragazzi chiedono aiuto: per questo serve preparazione e conoscenza di questa realtà”.
L’ACP riporta come l’incongruenza o la non conformità di genere (non sentirsi di appartenere al genere assegnato alla nascita) sia un esito possibile dello sviluppo umano: non rappresenta di per sé un disturbo ma “può causare in alcuni soggetti la ‘disforia di genere’, ovvero sofferenza e compromissione sociale”. Ecco quindi che viene sottolineato il ruolo del pediatra: “È necessario capire quando è utile l’invio in centri specializzati, che in Italia però al momento sono solo 5 per quanto riguarda i minori di 16 anni: Firenze, Trieste, Torino, Bologna e Napoli”, ha proseguito Chiara Centenari. “Spicca la totale assenza di centri specializzati in grandi regioni come Lazio e Lombardia, e nelle Isole dove i colleghi pediatri di famiglia ci riferiscono essere molto complicato dare adeguato supporto a queste famiglie. Roma e Milano in particolare scontano la mancanza di adeguate scelte di politica sanitaria, probabile retaggio ideologico degli amministratori. Eppure parliamo di prevenire i crescenti casi di suicidio, ansia e depressione, abuso di alcool e droghe, isolamento sociale, disturbi somatici e abbandono scolastico (43% in Italia), per tacere dei casi di bullismo e maltrattamenti”.
Considerando le tappe di sviluppo, l’ACP indica come prima dei 5 anni non possa avvenire una eventuale diagnosi, riportando poi i segni di incongruenza di genere nei bambini e negli adolescenti (e adulti). Se poi l’incongruenza di genere diventi disforia, si manifesta anche una sofferenza clinicamente significativa e/o una compromissione in ambito sociale, scolastico o lavorativo. La famiglia e il pediatra devono porsi in ascolto, “eliminando ogni atteggiamento svalutante, punizioni e sensi di colpa o vergogna, nel maldestro tentativo di modificare i comportamenti del bambino, consapevoli che l’ambiente non influenza lo sviluppo di questa identità di genere o l’orientamento sessuale: può solo influenzare l’espressione di genere”. Viene riportato il ruolo dell’assistenza psicologica, l’importanza del linguaggio utilizzato, i disturbi da indagare, e sottolineato come sia fondamentale “proteggere dal Minority stress, ovvero lo stigma associato alla non-conformità di genere”.