Una collaborazione per lo sviluppo di un farmaco in fase di sperimentazione clinica per il trattamento delle complicanze dell’estrema prematurità

Annunciata da Chiesi Farmaceutici S.p.A. (“Gruppo Chiesi”), gruppo biofarmaceutico internazionale orientato alla ricerca, e Oak Hill Bio, azienda impegnata nell’ambito di terapie in fase clinica nel campo della neonatologia e delle malattie rare, la stipula di un accordo di licenza e sviluppo per lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di OHB-607, un farmaco sperimentale candidato per il trattamento delle complicanze dell’estrema prematurità.

OHB-607 è una versione ricombinante del fattore di crescita insulino-simile 1 (IGF-1) e della rispettiva proteina legante, IGFBP-3. Nel feto, la madre è la fonte primaria di IGF-1. I bambini nati a meno di 28 settimane di età gestazionale hanno bassi livelli di IGF-1 e sono ad alto rischio di displasia broncopolmonare (BPD) grave, che può portare a pneumopatia cronica. Non esistono farmaci approvati per prevenire la displasia broncopolmonare nei neonati pretermine: OHB-607, sostituto dell’IGF-1 umano, è stato progettato per aiutare a prevenire la displasia broncopolmonare e le sue conseguenze respiratorie a lungo termine.

Chiesi e Oak Hill Bio intendono riavviare uno studio clinico di Fase 2b nel 2024 negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone.

“Trovare una soluzione innovativa per una complicanza della prematurità, difficile da trattare, rappresenta un passo importante per Chiesi per i potenziali benefici che può apportare ai bambini nati estremamente prematuri. Questa terapia potenzialmente trasformativa può fornire una soluzione innovativa per la displasia broncopolmonare, una delle malattie con le maggiori esigenze mediche insoddisfatte nel campo della neonatologia”, ha commentato Giuseppe Accogli, CEO del Gruppo Chiesi.

Josh Distler, Presidente e Direttore finanziario di Oak Hill Bio, ha dichiarato: “Riteniamo che OHB-607 abbia il potenziale per essere il primo importante passo avanti terapeutico per i neonati estremamente pretermine da quando i surfattanti polmonari sono stati approvati per la prima volta più di 30 anni fa. Ci auguriamo che possa portare a migliorare gli outcome dei neonati estremamente pretermine a rischio di BPD grave e successiva pneumopatia cronica. Siamo entusiasti di collaborare con Chiesi. La loro profonda esperienza nel campo della neonatologia ci aiuterà ad accelerare i tempi con cui questa terapia sarà messa a disposizione dei pazienti”.