A fare il punto sul ceppo probiotico un documento expert opinion a firma di Lorenzo Morelli, microbiologo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Piacenza – Cremona
di Silvano Marini
Azione antinfiammatoria e capacità di inibire la riproduzione di batteri patogeni, in particolare Clostridium difficile, sono le principali attività ascrivibili al probiotico Limosilactobacillus reuteri (L. reuteri) LMG P 27481, un ceppo batterico appositamente isolato con l’obiettivo di esprimere peculiari caratteristiche fenotipiche.
Diversamente dal classico schema di isolare un nuovo ceppo batterico per testarne, successivamente, le potenzialità, nel caso di L. reuteri LMG P 27481, infatti, l’approccio è stato inverso andando a individuare prima, attraverso un’indagine genomica, le caratteristiche del ceppo batterico che avrebbero portato ai benefici desiderati.
Efficacia dei probiotici
È un esempio paradigmatico di caratterizzazione di un ceppo probiotico mediante le più avanzate metodologie il Limosilactobacillus reuteri LMG P-27481.
Punto di partenza è l’analisi genetica che ha svelato la sequenza completa del suo DNA, evidenziando la presenza di 188 geni esclusivi, che gli conferiscono proprietà specifiche e notevoli potenzialità probiotiche.
Come attesta un importante lavoro che ha caratterizzato L. reuteri LMG P-27481 (1), i risultati dell’analisi genomica sono stati poi confermati dagli studi condotti in vitro e su modelli animali, che hanno messo in mostra una potente attività antinfiammatoria mediante la stimolazione della secrezione di IL-10 e spiccate capacità di antagonismo nei confronti di batteri patogeni, in particolare il Clostridium difficile.
A completare il percorso di L. reuteri LMG P-27481 verso il traguardo della dimostrazione di efficacia sono quindi arrivate le evidenze cliniche nell’uomo. È stato, infatti, recentemente pubblicato su “Microorganisms” un trial clinico che ha messo alla prova un preparato a base di Limosilactobacillus reuteri LMG P-27481 e di Lacticaseibacillus rhamnosus GG ATCC 53103 in un gruppo di pazienti ricoverati in ospedale e sottoposti ad antibioticoterapia (2).
Il ricorso ai probiotici in chiave preventiva
Lo studio pubblicato su “Microorganisms” aveva appunto l’obiettivo di valutare l’efficacia di L. reuteri LMG P-27481, in associazione con un ceppo di Lacticaseibacillus rhamnosus, nella prevenzione della diarrea da antibiotici, dell’infezione da C. difficile e di altri sintomi gastrointestinali in 113 pazienti (età media 68,51 anni) che sono stati randomizzati a ricevere il preparato a base di probiotici due volte al giorno in aggiunta agli antibiotici, o soltanto gli antibiotici.
I risultati sono eloquenti: il 28% dei pazienti del gruppo di controllo ha sviluppato forme diarroiche contro l’11% dei pazienti che hanno ricevuto il probiotico (p <0.05). Ancora più evidenti i risultati riguardanti l’infezione da C. difficile, manifestata dall’11% dei controlli ma da nessuno dei pazienti del gruppo trattato con il mix di probiotici (p <0.01). Infine, il 9% dei controlli ha presentato vomito, contro il 2% del gruppo probiotico (p <0.05). Tutto questo in assenza di eventi avversi.
Un percorso tanto innovativo quanto virtuoso
Lo studio attesta dunque l’efficacia e la sicurezza di un preparato probiotico a base di Limosilactobacillus reuteri LMG P-27481 e di Lacticaseibacillus rhamnosus GG ATCC 53103 nella prevenzione della diarrea da antibiotici e dell’infezione da C. difficile, attestando che il ricorso a specifici ceppi probiotici durante la terapia antibiotica consente di prevenire la disbiosi del microbiota intestinale e le sue complicanze, ma allo stesso tempo va sottolineato come la caratterizzazione di questo ceppo abbia sovvertito lo schema classico che prevede l’isolamento di un nuovo ceppo per poi procedere con prove fenotipiche a 360° per individuarne le potenzialità probiotiche, ma sia invece partita dall’indagine genomica che ha indicato gli obiettivi specifici da verificare: non per caso, l’articolo che ha portato alla ribalta il ceppo L. reuteri LMG P-27481 (1) cita nel titolo la definizione “target specific selection process”, per un percorso tanto innovativo quanto virtuoso oggi approdato alla clinica.
Fonti
- Sagheddu V, Uggeri F, Belogi L, Remollino L, Brun P, Bernabè G, Moretti G, Porzionato A, Morelli L, Castagliuolo I, Elli M. The Biotherapeutic Potential of Lactobacillus reuteri Characterized Using a Target-Specific Selection Process. Front Microbiol. 2020 Apr 15;11:532. doi: 10.3389/fmicb.2020.00532. PMID: 32351460; PMCID: PMC7176361.
2. Saviano A, Petruzziello C, Cancro C, Macerola N, Petti A, Nuzzo E, Migneco A, Ojetti V. The Efficacy of a Mix of Probiotics (Limosilactobacillus reuteri LMG P-27481 and Lacticaseibacillus rhamnosus GG ATCC 53103) in Preventing Antibiotic-Associated Diarrhea and Clostridium difficile Infection in Hospitalized Patients: Single-Center, Open-Label, Randomized Trial. Microorganisms. 2024 Jan 18;12(1):198. doi: 10.3390/microorganisms12010198. PMID: 38258024; PMCID: PMC10819176.