L’aggiornamento dei dati di sorveglianza di epidemiologica di morbillo e rosolia riporta i nuovi numeri e la distribuzione nelle diverse Regioni
Sono 807 i casi di morbillo notificati dall’1 gennaio al 31 luglio 2024, quindi nei primi sette mesi dell’anno; fra questi, 726 (paro al 90,0%) sono stati confermati in laboratorio, 24 sono probabili e 57 possibili, mentre i casi importati sono 55 (6,7%). A riportare i dati è il bollettino mensile della sorveglianza epidemiologica di morbillo e rosolia. Per quest’ultima, nel medesimo periodo, sono stati segnalati due casi possibili.
La sorveglianza epidemiologica nazionale di queste due malattie è coordinata dal Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità con il Reparto Epidemiologia, Biostatistica e Modelli Matematici e il Laboratorio Nazionale di riferimento per il Morbillo e la Rosolia, con il contributo della rete nazionale di Laboratori Regionali di Riferimento (MoRoNet).
Guardando alla distribuzione dei casi di morbillo sul territorio italiano, oltre l’80% (82,3%, 664 casi) si ritrova in sei Regioni (Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Sicilia) fra le 17 che hanno fatto segnalazioni, con l’incidenza più alta in Lazio (55,4/milione abitanti), Abruzzo (55,3/milione abitanti), Emilia-Romagna (51,2/milione) e Sicilia (46,5/milione), a fronte di un’incidenza nazionale di 23,5 casi per milione di abitanti. l’incidenza più alta è stata nella fascia di età 0-4 anni (90,4 casi per milione) e i casi segnalati in bimbi con meno di un anno sono stati 38.
Infine, considerando lo stato vaccinale, noto nel 93,7% dei casi, l’89,8% non era vaccinato al momento del contagio, il 5,2% aveva una sola dose, il 3,8% due dosi e per l’1,2% non era noto il numero di dosi.
Commentano gli autori: “In Italia i recenti aumenti nell’incidenza del morbillo, a partire da agosto 2023, sono dovuti a diversi fattori, tra cui la copertura vaccinale (CV) per due dosi inferiore al 95%, l’importazione di casi da aree geografiche con elevata circolazione del virus, e la tipica stagionalità del morbillo che presenta un picco d’incidenza nel tardo inverno e in primavera”.