La SIN richiama l’attenzione sulla necessità di interventi per garantire città più sostenibili e sicure a tutela della salute di neonati e bambini
Gli impatti negativi sulla salute dei bambini dati da inquinamento ambientale e cambiamento climatico iniziano già durante la gravidanza, con conseguenze che possono essere gravi sia a breve sia a lungo termine. La Società Italiana di Neonatologia (SIN) sottolinea come i bambini siano particolarmente a rischio rispetto a quello che viene definito esposoma urbano: l’insieme dei fattori ambientali a cui è esposto durante la sua vita chi vive in città. Fattori che si combinano poi con variabili sociali, comportamentali e biologiche, con un possibile impatto negativo sulla salute.
La SIN riporta alcuni effetti dell’inquinamento, come natimortalità, prematurità, basso peso alla nascita, riduzione dell’allattamento al seno, malattie polmonari, cardiovascolari e neurologiche, fino a un aumento del rischio di paralisi celebrale. Inoltre, i neonati sono più vulnerabili agli inquinanti per la loro frequenza respiratoria alta e l’immaturità fisiologica degli organi in via di sviluppo; e sempre l’immaturità, ma dei meccanismi di termoregolazione, li rende particolarmente sensibili alle temperature estreme, che rappresentano una delle conseguenze del cambiamento climatico. Infine, prosegue la SIN, da considerare anche l’inquinamento acustico, che a fronte di un’esposizione precoce e persistente può avere un impatto significativo sullo sviluppo neurologico, contribuendo a problemi di apprendimento, difficoltà di concentrazione, disturbi comportamentali e del ritmo sonno-veglia.
“L’esposizione prenatale all’inquinamento atmosferico comporta una persistente perdita di salute anche a bassi livelli di concentrazione e spesso impiega anni per manifestarsi pienamente. Per nascere e crescere sani, sono necessari interventi concreti e condivisi, in grado di garantire città ed ambienti più sostenibili e meno esposti ad agenti inquinanti e nocivi, come indicato anche nell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goal – SDG 11), promosso dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite”, ha detto Luigi Orfeo, Presidente della SIN, in occasione del XXX Congresso Nazionale a Padova.
“Non c’è più tempo da perdere. Per questo, insieme ad altre 35 Società Scientifiche ed Associazioni dell’area pediatrica, di cui è capofila la Società Italiana di Pediatria (SIP), a settembre di questo anno, con il progetto AMBO, Alleanza per un Ambiente a Misura di Bambino, abbiamo preso un impegno nei confronti dei nostri neonati e delle loro famiglie: collaborare per garantire loro un futuro migliore, più sostenibile e più sicuro per la salute”, ha aggiunto Fabio Mosca, Presidente della Commissione SIN-Safe.
Progettare città sostenibili
Uno studio di ricercatori spagnoli, riporta ancora la SIN, ha espresso una linea guida nota come la regola ‘3-30-300’, a indicare che ogni persona dovrebbe poter vedere almeno 3 alberi dalla propria casa, vivere in un quartiere con una copertura arborea del 30% e avere accesso a uno spazio verde di qualità entro 300 metri. Ecco quindi che ci vuole una cooperazione attiva tra governi, istituzioni e cittadini per progettare città sostenibili, con investimenti per avere soluzioni ambientali che riducano l’inquinamento, mitighino il cambiamento climatico, aumentino gli spazi verdi e tutelino la salute pubblica.
“Per ridurre l’inquinamento dell’aria e quello acustico e contribuire ad abbassare le temperature, un primo passo potrebbe essere quello di implementare la presenza di parchi, giardini pensili ed orti urbani, che promuovono anche uno stile di vita attivo, contrastando la sedentarietà”, ha sottolineato ancora Luigi Orfeo, e concluso. “Solo con un impegno collettivo sarà possibile affrontare le sfide attuali e garantire un futuro urbano sostenibile, equo e vivibile per le generazioni future, favorevole alla loro crescita e al loro sviluppo in salute”.