La SIGENP ha presentato un progetto nazionale sul percorso di transizione nella cura di questa malattia cronica e progressiva
Un modello per il percorso di transizione del paziente con esofagite eosinofila (EoE ) dall’età pediatrica a quella adulta. Il progetto nazionale, dal nome BRIDGEoE, è stato presentato dalla SIGENP (Società Italiana di Gastroenterologia Epatologia e Nutrizione Pediatrica), per accompagnare i pazienti, usciti dall’età pediatrica, con questa malattia cronica.
Per attivare la transizione da età pediatrica a quella adulta la SIGENP riporta i tre criteri fondamentali: prontezza del paziente, età compresa tra i 14 e i 18 anni, controllo clinico, endoscopico e istologico stabile da almeno sei mesi. Inoltre, è fondamentale la figura del nurse/case manager per facilitare la comunicazione tra servizi pediatrici e adulti e personalizzare il follow-up.
L’obiettivo di BRIDGEoE, che ha coinvolto esperti italiani in gastroenterologia pediatrica e dell’adulto, allergologi e associazioni di pazienti, era definire un algoritmo pratico per garantire la continuità terapeutica durante il passaggio dai servizi pediatrici a quelli per adulti; inoltre il progetto ha anche validato l’utilizzo del questionario STARx, (sviluppato dall’Università del North Carolina e ora disponibile in italiano) per misurare il grado di autonomia e consapevolezza del paziente.
Commenta la presidente Eseo Italia, Roberta Giodice: “Siamo lieti di avere collaborato con SIGENP, società scientifica con cui abbiamo potuto realizzare molte iniziative a favore dei pazienti, in particolare la stesura della consensus per la transizione del paziente dall’età pediatrica all’adulta. Siamo convinti che questo processo se monitorato e indirizzato possa garantire la continuità della cura e del benessere del paziente”.
“L’esofagite eosinofila è una patologia in crescita anche in età pediatrica, e la corretta gestione del passaggio alla cura dell’adulto è fondamentale per evitare ricadute e complicanze come le stenosi esofagee. BridgEoE è un progetto che ha saputo integrare l’evidenza scientifica con l’esperienza clinica, ponendo al centro il benessere del paziente e della sua famiglia”, ha detto Claudio Romano, presidente della SIGENP.
Si unisce Caterina Strisciuglio, segretaria SIGENP: “Questo algoritmo offre uno strumento concreto agli specialisti per accompagnare i pazienti in una fase delicata della loro vita, evitando che si perdano nei passaggi di sistema”.
“Uno degli aspetti più importanti di questo progetto è il riconoscimento del ruolo educativo che i pediatri possono svolgere: accompagnare un ragazzo non solo nella cura della propria patologia, ma anche nella crescita personale, aiutandolo a diventare un giovane adulto consapevole e capace di gestire autonomamente la propria salute. Siamo orgogliosi che SIGENP abbia contribuito a costruire un modello concreto e applicabile, che parte dal rapporto di fiducia tra medico e paziente e punta alla continuità di cura come strumento di prevenzione”, conclude Salvatore Oliva, tesoriere SIGENP e tra i coordinatori scientifici del progetto, riportando il messaggio forte che “ogni bambino con EoE ben seguito oggi può diventare un adulto senza complicanze domani”.