All’Ospedale Papa Giovanni XXIII sono stati fatti tre trapianti di cuore a tre bambini: tutti nell’attesa hanno avuto l’impianto di un cuore artificiale

Tre trapianti di cuore su pazienti pediatrici in un mese, tra marzo e aprile, effettuati all’Ospedale Papa Giovanni XXIII: il paziente più piccolo ha un anno e mezzo, periodo trascorso quasi completamente in Ospedale fino al trapianto e alle successive dimissioni; un secondo paziente ha tre anni e la più grande 15 anni. In tutti e tre i pazienti, in attesa del trapianto, è stato utilizzato un cuore artificiale per garantirne la sopravvivenza.

In particolare, il paziente più piccolo, aveva avuto avuto dopo la nascita una diagnosi di miocardiopatia dilatativa. A due mesi di vita è stato impiantato a Bergamo il cuore artificiale e il bimbo ha vissuto in Ospedale per 70 settimane, imparando a mangiare, a dire le prime parole, a muovere i primi passi. Il trapianto è stato effettuato a marzo e il paziente era cresciuto da 3,9 a circa 10 kg. Lo ha seguito un team multidisciplinare di medici, infermieri, anestesisti, rianimatori ed è stato assistito da volontari delle associazioni in supporto anche ai suoi genitori per tutti i 490 giorni di attesa e per il mese successivo al trapianto fino alle dimissioni.

Un secondo trapianto di cuore è stato effettuato a un bambino di 3 anni, con una cardiomiopatia dilatativa. Il bambino è stato ricoverato a fine ottobre del 2024 e gli sono stati impiantati un cuore artificiale e un dispositivo di assistenza ventricolare destra; alla fine del 2024 è passato dalla terapia intensiva al reparto di degenza per bambini con cardiopatie, dove è rimasto è rimasto in lista di attesa di un cuore da donatore, arrivato dopo tre mesi circa.

Infine, l’ultimo dei tre trapianti è stato effettuato su una paziente di 15 con una cardiopatia congenita: un primo intervento chirurgico convenzionale non ha fermato la malattia e a fine marzo le è stato impiantato il cuore artificiale, in attesa di un cuore da trapiantare. Il trapianto è stato effettuato 30 giorni dopo il primo di questo gruppo (quello al paziente più piccolo dei tre).

“È una situazione estremamente rara. Avere a disposizione tre cuori per pazienti pediatrici in così breve tempo è un evento eccezionale. Per questo l’utilizzo di sistemi di supporto meccanico al cuore malato che permettono di guadagnare tempo per attendere il trapianto è fondamentale. La gestione di questi pazienti è un impegno che solo poche strutture, e tra queste il Papa Giovanni, possono affrontare. La nostra organizzazione ha permesso di eseguire con successo questi interventi, salvando vite che altrimenti sarebbero state segnate”, ha detto Amedeo Terzi, Direttore del programma trapianti cardiaci ASST Papa Giovanni XXIII, e concluso: “Episodi come questo sottolineano l’importanza fondamentale della cultura della donazione degli organi, che offre una speranza concreta anche ai pazienti più piccoli”.

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