Effettuato a Bergamo, all’ospedale Papa Giovanni XXIII, per la prima volta in Italia in un bambino, un trapianto di un cuore fermo da 20 minuti

Primo trapianto in Italia su bambino da donatore pediatrico a cuore fermo. Un bambino di 7 anni ha ricevuto un cuore che aveva smesso di battere da 20 minuti. La donazione di cuore a cuore fermo è una metodica di prelievo introdotta in Italia da qualche mese e applicata fino a questo caso solo su pazienti adulti. Questo primo intervento in Italia su un paziente in età pediatrica è stato realizzato dall’equipe del Centro trapianti di Cuore dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, diretto da Amedeo Terzi, in collaborazione con gli specialisti del dipartimento Cardiovascolare, con l’assistenza dei rianimatori, coordinati in sala da Lorenzo Grazioli, dei perfusionisti e dello staff tecnico e infermieristico, per un totale di una cinquantina di persone coinvolte su tre sale chirurgiche adiacenti.

Il bambino che ha ricevuto il cuore era stato inserito nella lista di attesa questa estate, per una cardiomiopatia dilatativa. Le fasi preliminari del prelievo sono state curate dal Coordinamento prelievo e trapianto d’organo guidato da Sergio Vedovati, in collegamento con il coordinamento regionale trapianti, che opera congiuntamente al NITp Nord Italia Transplant program; il Centro Nazionale Trapianti aveva concesso all’ospedale l’autorizzazione per procedere.

Oltre al cuore, sono stati donati altri organi per il trapianto, grazie alla generosità di due genitori che hanno acconsentito al prelievo degli organi del figlio deceduto. Il fegato è stato trapiantato in simultanea al cuore sempre a Bergamo in una sala operatoria adiacente, dall’équipe diretta da Domenico Pinelli, anche in questo caso primo caso in Italia da donatore pediatrico a cuore fermo. I due reni invece sono stati trasferiti per essere trapiantati in altrettante strutture della Rete Nazionale Trapianti.

“In Italia i pazienti pediatrici in lista d’attesa per un cuore sono 64. Il tempo di attesa medio per un paziente pediatrico supera abbondantemente l’anno”, afferma Amedeo Terzi, e conclude: “Riuscire a recuperare un maggior numero di organi, che altrimenti andrebbero persi, rappresenta una grande opportunità e una grande strada da percorrere soprattutto nei pazienti pediatrici”.