Il ‘mutual gaze’ influisce sullo sviluppo del rapporto madre-neonato e può influenzare reciprocamente le risposte comportamentali e gli stati emozionali e cognitivi
Il contatto visivo ‘mutual gaze‘, condizione dinamica in cui madre e neonato mantengono e regolano mutualmente il loro sguardo diretto l’uno verso l’altro, è in grado di influenzare reciprocamente le risposte comportamentali e gli stati emozionali e cognitivi. A soffermarsi sull’importanza e ruolo fi questo speciale contatto visivo è la Società Italiana di Neonatologia (Sin), che afferma come sia ipotizzabile “che i bambini che vivono precocemente esperienze frequenti e positive, ma soprattutto durature, di ‘mutual gaze’ con i propri genitori siano maggiormente predisposti allo sviluppo di relazione, al controllo dell’attenzione e alla regolazione emotiva negli anni successivi”.
La SIN riporta le osservazioni di studi su questo tipo di contatto visivo in presenza di deficit neurosensoriali quali la sordità in almeno o la madre o il neonato: i bambini trascorrevano meno tempo guardando altrove e più tempo guardando la mamma, enfatizzando l’importanza dell’attenzione visiva in presenza di ipoacusia, e le mamme sorde usavano di più strategie visive di contatto, mentre quelle normoudenti si basavano di più sulla vocalizzazione, pur in presenza di figli sordi.
Sottolinea Gabriella Araimo, Segretario del Gruppo di Studio Organi di senso della SIN: “L’assenza di interazioni di ‘mutual gaze’ può rappresentare un motivo di preoccupazione, in quanto un contatto oculare assente o debole potrebbe essere un segno precoce di condizioni atipiche, in particolare nell’ambito del neurosviluppo, oltre che di alterata funzione visiva”.
Aggiunge, e conclude, Massimo Agosti, Presidente della SIN: “La prevenzione a tutela della vista dei neonati è sempre più importante non solo per l’identificazione precoce e la presa in carico tempestiva di patologie potenzialmente invalidanti, quali la retinopatia del prematuro e la cataratta congenita, ma anche per lo sviluppo relazionale sin dai primi momenti di vita”.