Morbillo e rosolia: dati in aumento

Registrati oltre 10 mila casi in un anno di morbillo e rosolia, dal 1° ottobre al 30 settembre 2025, in Europa e in tutti i Paesi dell’Unione, secondo le rilevazioni del Measleas and Rubella Monthy Report, il documento periodico di monitoraggio del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC).

Alte le segnalazioni dall’Italia, fra gli Stati più colpiti, con numeri più elevati per il morbillo. A maggior rischio i bambini, soprattutto sotto l’anno di età e i soggetti non vaccinati. La scarsa copertura vaccinale è stimata, infatti, tra le principali cause di diffusione di entrambe le malattie infettive, da cui la raccomandazione dell’EDCD a implementare sinergie e strategie per incentivare la pratica vaccinale tra i Paesi UE. Il trend in crescita preoccupa gli esperti in considerazione delle possibili complicanze gravi associate a morbillo e rosolia.

Morbillo: il contesto globale

Sono 30 i Paesi UE e dello Spazio economico europeo (SEE) maggiormente interessati dalla propagazione di morbillo e rosolia: il primato in negativo spetta alla Romania, con oltre 6.500 casi, ma sul podio si collocano anche Francia, con 882 segnalazioni e l’Italia al terzo posto in Europa per numero assoluto di infezioni, con 601 rilevazioni nel corso dell’intero anno, di cui 27 casi solo nel mese di settembre. Insieme, le tre nazioni, rappresentano quasi il 20% delle infezioni totali. Il tasso di notifica medio nell’Ue/SEE è stato di 22,4 casi per milione di abitanti, con il picco registrato dalla Romania: 344 casi per milione.

I più a rischio, bambini e non vaccinati

Il Rapporto riferisce che sulla totalità dei 10195 casi fra i soggetti con età nota, il 40,5%, pari a 4127 segnalazioni, erano a carico di bambini di età inferiore ai 5 anni, a fronte del 32,5% – 3312 episodi – in giovani e adolescenti di 15 anni o più. In merito ai tassi di notifica sono stati maggiori nei neonati di età inferiore a 1 anno, con 336,4 casi per milione, e nei bambini di età compresa tra 1 e 4 anni, stimati a 174,6 casi per milione.

Oltre all’età, sulla diffusione del morbillo ha inciso anche lo stato vaccinale: sulla totalità dei 10.195 casi fra soggetti con un’età e stato di vaccinazione noti, 8270 segnalazioni, che corrispondono all’81,1%, hanno riguardato i non vaccinati, o comunque coloro con un ciclo vaccinale non completo.

Infatti, il morbillo ha colpito 1003 persone, pari al 9,8% dei casi, che avevano ricevuto una sola dose di vaccino e 709 casi – il 7,0% del totale – sono stati rilevati fra i vaccinati con due o più dosi, e infine 197 segnalazioni di morbillo – 1,9% di casi – sono state riferite ai vaccinati con un numero imprecisato di dosi.

Dati che, in generale, confermano il mancato raggiungimento del target vaccinale, fissato dall’OMS al 95% per la seconda dose di vaccino MMR (morbillo-parotite-rosolia), cui hanno ottemperato solo quattro Paesi europei: Cipro, Ungheria, Islanda e Portogallo. L’Italia registra livelli di copertura che si avvicinano al target raccomandato, stimato per il 2024 al 95% per la prima dose e all’84% per la seconda, con dati stabili rispetto agli ultimi anni, tuttavia non sufficienti a garantire l’immunità di comunità o di gregge.

A conferma di ciò anche i tassi di mortalità: negli ultimi 12 mesi si sono osservati 8 decessi (tasso di mortalità dei casi (CFR): 0,078 %), di cui 5 in Romania, 2 in Francia e 1 nei Paesi Bassi.

Il quadro italiano

L’EpiCentro dell’Istituto Superiore di Sanità riporta che sono stati segnalati al sistema nazionale di sorveglianza integrata morbillo e rosolia, 459 casi di morbillo, con una incidenza di 10,4 casi per milione di abitanti, di cui 94,1% confermati in laboratorio, segnalati da 20 Regioni/PPAA.

Di questi oltre la metà – 65,1% – riferiti da cinque Regioni (Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Calabria e Sicilia), con una incidenza maggiore in Calabria, seguita da Marche, P.A. di Bolzano, Lazio e Sicilia. A farne le spese maggiori anche in Italia i bambini: sebbene l’età mediana dei casi sia pari a 31 anni, con 50,3% di persone di età maggiore o uguale a 15 anni, l’incidenza più elevata si è registrata fra i piccoli al sotto dei 5 anni con 22 casi fra coloro con meno di un anno di età.

Si conferma anche che il maggiore fattore di rischio è rappresentato dalla mancata/insoddisfacente copertura vaccinale: sul 94,6% dei casi con stato vaccinale noto, l’86,6% dei contagiati risultava, infatti, non vaccinato quando ha contratto l’infezione, quindi con potenziale esposizione a complicanze successive associate all’infezione.

Sono stati osservati, infatti, in circa un terzo dei casi almeno una sequela, di cui le più frequenti sono risultate epatite, aumento delle transaminasi e polmonite e tre casi di encefalite. L’ambito principale di trasmissione è stato quello familiare, seguito da ambienti sanitari e da viaggi internazionali.

Rosolia: il contesto globale

Sui 29 paesi che di norma segnalano all’ECDC i dati sulla rosolia, 28 hanno riferito nuovi casi, di cui 9 solo a settembre 2025, osservati in tre Paesi europei: Germania, Italia e Polonia. Mentre nell’anno globale considerato, 30 Stati membri dell’UE/SEE hanno riferito un totale di 105 casi di rosolia, concentrati sempre in misura maggiore in Polonia con 84 casi, Germania con 8 segnalazioni e Italia con 3 episodi, a fronte di nessun decesso in nessun Paese.

Per quanto i numeri della rosolia siano più contenuti rispetto al morbillo, l’invito delle istituzioni e di ECDC in particolare, è di sottoporsi alla vaccinazione per la prevenzione della Sindrome da rosolia congenita, ancora presente in alcune aree del mondo, causa di gravi implicazioni per il feto, come malformazioni cardiache, sordità e problemi alla vista, fino alla possibile morte fetale, parto prematuro e disabilità permanenti.

 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here