L’età di insorgenza di questo difetto visivo è sempre più precoce e la prevalenza più alta: il ruolo degli stili di vita e le possibilità offerte dalle nuove strategie terapeutiche

Oggi oltre un terzo (39%) dei bambini/e e ragazzi/e tra i 5-19 anni è miope, numeri saliti del 50% negli ultimi 30 anni. A parlarne è la Società Italiana di Pediatria (SIP), che ha lanciato l’allarme su questa condizione visiva in occasione dell’80° Congresso Italiano di Pediatria, sottolineando come la miopia inizi sempre più precocemente, peggiori più in fretta e metta a rischio la salute degli occhi fin dall’infanzia.

Spiega Paolo Nucci, professore Ordinario di Oftalmologia presso l’Università degli Studi di Milano e presidente della Società Italiana di Oftalmologia Pediatrica e Strabismo (SIOPS): “Se un tempo l’età di insorgenza della miopia era attorno ai 12-13 anni, oggi inizia molto prima e progredisce più in fretta. L’insorgenza precoce porta a un maggiore allungamento del bulbo oculare e predispone a complicanze come il distacco di retina, la cataratta precoce e il glaucoma”.

Viene ricordato il ruolo giocato dagli stili di vita, con sempre più tempo passato in ambienti al chiuso, l’uso prolungato di tablet e smartphone e il tempo passato a leggere o studiare da vicino, con una riduzione dell’esposizione alla luce naturale e un aumento del rischio, come sottolinea ancora Paolo Nucci: “L’attività all’aperto è la migliore alleata della prevenzione: i bambini devono trascorrere più tempo lontano dagli schermi e con lo sguardo libero di spaziare. Il tempo all’aperto, infatti, aiuta a contrastare l’allungamento del bulbo oculare grazie anche alla stimolazione della produzione di dopamina, una sostanza che protegge l’occhio dalla miopizzazione”.

Si unisce il presidente della SIP Rino Agostiniani: “La Società Italiana di Pediatria da tempo richiama l’attenzione sui rischi legati alla sedentarietà e all’uso improprio di dispositivi digitali in età pediatrica. L’aumento della miopia si inserisce in questo scenario come ulteriore segnale di allarme: non si tratta solo di salute visiva, ma di una spia di uno stile di vita che mette a rischio lo sviluppo globale dei bambini. La prevenzione passa anche da qui: promuovere il movimento, il gioco all’aria aperta e un uso consapevole della tecnologia è oggi una priorità educativa e sanitaria”.

Fra le novità recenti viene riportata quella emersa negli ultimi 3 anni: la condizione dei bambini ‘premiopi’, non ancora clinicamente miopi, ma con un’ipermetropia inferiore a quella fisiologica per la loro età, dunque a rischio di sviluppare la condizione. E fra le nuove strategie terapeutiche per rallentare la progressione della miopia sono ricordate l’atropina a bassissimo dosaggio e lenti a de focus.

“Le terapie oggi disponibili funzionano in oltre 6 bambini su 10, e alcuni studi dimostrano che se combinate arrivano a una efficacia del 70%. Sappiamo che l’atropina agisce attraverso meccanismi biochimici complessi, mentre le lenti a defocus modificano il modo in cui l’occhio riceve gli stimoli visivi.

La combinazione delle due strategie sembra avere un effetto sinergico”, spiega Paolo Nucci, e conclude: “La nuova sfida è valutarne l’efficacia anche sui premiopi, per prevenire la comparsa della miopia vera e propria. Su questo gli studi scientifici sono in corso e avremo a breve risultati più consolidati. Al momento è importante attenzionare in maniera particolare questi bambini”.

Nel frattempo, vengono ricordate le indicazioni da fornire ai genitori: favorire l’esposizione quotidiana alla luce solare, promuovere il gioco e l’attività fisica all’aperto, riducendo il tempo trascorso su device elettronici, evitare l’uso di smartphone e tablet prima dei 6 anni, effettuare visite oculistiche precoci (il primo controllo è consigliato intorno ai tre anni, e successivamente all’inizio della scuola primaria), e prestare attenzione ai segnali d’allarme (per esempio avvicinarsi troppo agli schermi o ai libri, strizzare gli occhi, avere difficoltà a vedere da lontano).

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