Un bambino su quattro manifesta sintomi di Long COVID da due a nove mesi di distanza dall’infezione. Pubblicati i dati raccolti da una ricerca muticentrica

A due mesi almeno dalla guarigione, e fino a nove mesi da quest’ultima, il 24% dei bambini che hanno superato l’infezione da SARS.CoV-2 manifesta disturbi correlati, sintomi da Long COVID. I dati provengono da uno studio multicentrico coordinato da Enrico Bertino e da Giulia Maiocco (Neonatologia universitaria Città della Salute, Torino), Gianfranco Trapani (ASL1 Sanremo, Imperia), Vassilios Fanos (Università di Cagliari) e Giuseppe Verlato (Università di Verona), pubblicato sulla rivista Italian Journal of Pediatrics.

La ricerca ha raccolto informazioni relative a circa 650 bambini che hanno avuto COVID-19 in 8 regioni italiane (Liguria, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio, Puglia, Calabria, Sardegna). La presenza di sintomi durante la fase acuta aumentava significativamente il rischio di presentare sintomi di Long-COVID (passando dall’11,5% al 46,5%); non sono stati segnalati invece cambiamenti nel rischio in caso di malattie concomitanti come asma, rinite allergica, o altre. I sintomi segnalati con maggiore frequenza erano stanchezza anomala (7%), disturbi di tipo neurologico come difficoltà di concentrazione, sensazione di annebbiamento e cefalea (6,8%) e sintomi respiratori (6%).

Non sono state segnalate differenze fra maschi e femmine, ma un aumento dei casi con l’aumentare dell’età (da 18,3% nella fascia 0-5 anni arriva fino a 34,4% fra 11 e 16 anni). La comparsa di sintomi di Long-COVID aumentava in caso di infezioni sintomatiche rispetto ai casi asintomatici (46,5% versus 11,5%). Inoltre, il rischio di sviluppare sintomi respiratori era maggiore nei più piccoli di età tra 0 e 5 anni, mentre nelle fasce di età adolescenziale (11.16 anni) era maggiore il rischio di sintomi neurologici e psicologici.