Adolescenti: preoccupa l’aumento del consumo di cannabis

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È stato recentemente pubblicato il 15° rapporto Espad-Italia, l’indagine sul consumo di alcol e altre sostanze nella popolazione scolastica. L’indagine, svolta in tutta Europa, è stata realizzata per il nostro Paese dal Reparto di epidemiologia e ricerca sui servizi sanitari dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Ifc-Cnr). Sono stati coinvolti 45.000 studenti delle scuole medie superiori e 516 istituti scolastici di tutta la Penisola. I dati 2012 parlano di oltre 500mila studenti delle scuole medie superiori che hanno consumato cannabis, poco più di 60mila cocaina e 30mila oppiacei, su una popolazione scolastica pari a 2,5 milioni di ragazzi. Ci sono poi i consumatori di allucinogeni e stimolanti: circa 60mila per ciascuna categoria di sostanze. In evidenza l’aumento del consumo di cannabis: nel 2012 dichiarano di averne fatto uso almeno una volta nella vita e negli ultimi dodici mesi rispettivamente il 28,1% e 22,1% del campione, contro il 27,5% e 21,5% rilevati nel 2011. L’eroina, in flessione rispetto al decennio scorso, segnala una lieve ripresa nell’ultimo anno: dall’1,2% nel 2011 all’1,3% e anche tra gli assuntori frequenti (10 o più eventi nell’ultimo mese) si passa dallo 0,5% allo 0,6%.

«Questi dati invitano a una riflessione sul fenomeno dell’uso e dell’abuso di sostanze da parte degli adolescenti e sul significato di questo comportamento, che spesso si incrocia con disagi e difficoltà legate a questa fase dell’età evolutiva − commenta Maria Antonella Costantino, direttore dell’Unità operativa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (UONPIA) della Fondazione IRCCS Ca’ Granda, Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. –Parlando, per esempio, di binge drinking è importante osservare e gestire il fenomeno, intervenendo sul ragazzo che ha questo comportamento. Infatti dietro al consumo di 4 o 5 bicchieri di superalcolico, con lo scopo di stordirsi, si nasconde un disagio profondo e un problema di condizionamento da parte del gruppo». E conclude: «Da sottolineare, infine, che più frequentemente di quanto si pensi c’è associazione tra uso, anche occasionale di droghe, e disturbo psichiatrico».