Esiste una correlazione tra microbiota, ovvero l’insieme dei microrganismi localizzati nel tubo digerente (flora intestinale), e insorgenza di obesità e steatosi epatica. A dimostrarlo è stato un gruppo di ricercatori dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma che per la prima volta hanno descritto un modello di microbiota associato a fegato grasso e obesità.
Lo studio, pubblicato sulla rivista internazionale Hepatology, ha infatti evidenziato come nell’intestino dei bambini obesi e con fegato grasso alcune famiglie di batteri siano troppo numerose (Ruminococcus e Dorea), mentre altre troppo scarse (Oscillospira) rispetto a quelle presenti in un soggetto sano. In particolare, è stato possibile tracciare due profili di microbiota: uno associato all’insorgenza della steatosi epatica, caratterizzato da una diminuzione del genere microbico Oscillospira e all’aumento di una specifica molecola (2-butanone); l’altro associato invece allo stato più avanzato della malattia (steatoepatite), identificabile dall’elevato numero dei generi microbici Ruminococcus e Dorea.
«Dallo studio emergono due evidenze molto importanti, soprattutto per i pediatri ‒ ha dichiarato Valerio Nobili, direttore UOC Malattie epatometaboliche dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma ‒ Innanzitutto, per avere un fegato sano bisogna avere un intestino sano, popolato cioè da batteri “amici”. La seconda evidenza è la necessità di una più scientifica e “aggiornata” prescrizione dei probiotici per i bambini. Da questo lavoro infatti si conferma l’importanza strategica del ruolo dei probiotici nell’obesità e nel fegato grasso, ma anche e soprattutto la necessità di nuove associazioni e formulazioni di batteri per combattere tali patologie». Parallelamente si afferma l’inutilità dell’uso indiscriminato delle formulazioni esistenti.
La caratterizzazione completa del microbiota associato al fegato grasso permetterà di selezionare probiotici ad hoc per i bambini obesi e con problemi di steatosi, favorendo il processo di guarigione dell’organo e il recupero del peso ottimale. La scelta e l’associazione di batteri attivi per combattere tali patologie non può prescindere dallo studio personalizzato dei profili del microbiota intestinale.
«Gli studi sul microbioma intestinale sono fondamentali in pediatria per evidenziare la correlazione tra profili microbici e metabolici e principali patologie correlate ad alterazioni gastrointestinali – sottolinea Nobili. ‒ Si apre così una nuova medicina dei sistemi, in grado di evidenziare il ruolo delle comunità microbiche nell’insorgenza e progressione delle patologie, aspetto fondamentale soprattutto nel periodo di crescita del bambino, quando si gettano le basi per “preparare” lo stato di salute durante tutte le fasi successive di vita dall’infanzia, alla vita adulta, alla senescenza».
Del Chierico F, Nobili V, Vernocchi P, et al. Hepatology.2016 Mar 29 doi: 10.1002/hep.28572.