L’asma colpisce un numero sempre maggiore di persone e rappresenta un alto costo per i sistemi sanitari di tutto il mondo. Secondo l’OMS la forma più diffusa è l’asma allergica.
In Italia circa il 20% della popolazione soffre di una forma di allergia asmatica.
Come ogni malattia cronica, la patologia deve essere ben seguita e pone quindi l’esigenza di rendere omogeneo l’accesso alle cure. Questo riguarda in particolare chi abita nelle periferie.
Una soluzione può venire dalla telemedicina.
Un gruppo di ricercatori del Children’s Hospital Medical Center di Cincinnati, in Ohio, ha strutturato un programma di telemedicina per favorire le visite di bambini con asma direttamente a scuola, oltre a visite autogestite (Lin, NY, Ramsey, RR, Miller, JL, et al. Telehealth delivery of adherence and medication management system improves outcomes in inner‐city children with asthma. Pediatric Pulmonology. 2020; 1-8).
Nel caso delle visite autogestite è stato fondamentale l’uso di un inalatore digitale in grado di registrare e monitorare alcuni dati relativi all’asma.
L’obiettivo del metodo è migliorare gli outcome legati alla malattia.
Il modello è stato verificato su 21 bambini con asma fuori controllo per 6 mesi. In questo periodo i partecipanti hanno partecipato a 7 visite con uno specialista e a 5 visite autogestite, guidati in questo caso da uno psicologo.
A ogni visita sono stati registrati i dati dell’inalatore elettronico e i valori del Composite Asthma Severity Index.
Questo modello ha dimostrato di essere efficace nell’aumentare la compliance alla terapia e migliorare gli outcome; potrebbe essere studiato e ripreso anche in altre realtà.